I disordini di ottobre 2020

Vandalismi e guerriglia urbana in centro: 37 arresti stamattina all'alba

Avevano distrutto e depredato le vetrine dei negozi del centro città, postando poi su Instagram ("criminalpage") le loro poco eroiche gesta.

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Disordini e vandalismi del mese di ottobre: arriva il conto per i facinorosi che presero parte alla "guerriglia urbana". I destinatari dei provvedimenti restrittivi (arresti e obblighi di firma) eseguiti stamattina all'alba dalla Questura, risultano prevalentemente giovani immigrati di seconda generazione.

Un'accozzaglia violenta

Molti di loro hanno piccoli precedenti penali e abitano principalmente nelle zone periferiche della città. La Squadra Mobile della Questura di Torino, sotto il coordinamento della Procura presso il Tribunale e della Procura per i Minorenni di Torino, ha eseguito i provvedimenti restrittivi emessi nei confronti di 37 persone per devastazione e saccheggio commesso in centro a Torino la sera del 26 ottobre 2020. La complessa attività d’indagine aveva preso avvio dopo i fatti verificatisi quella sera, a margine di una manifestazione indetta per protestare contro i famigerati Dpcm anti Covid. A quella protesta avevano preso parte semplici cittadini e numerosi commercianti. Ma purtroppo anche ultras (sia granata che juventini) con l'appoggio di aderenti dei centri sociali di estrema sinistra (i cosiddetti "antagonisti"). Un'accozzaglia violenta, insomma, pronta a mettere a ferro e fuoco la città.

La guerriglia urbana

Nell’occasione, un nutrito gruppo di facinorosi, ingaggiando violenti scontri contro le Forze dell’Ordine, aveva dato luogo ad episodi di vera e propria “guerriglia urbana”, danneggiando e saccheggiando negozi (quali Gucci, Louis Vuitton ed altri), arredi urbani e mezzi impiegati nel servizio di ordine pubblico, con un rilevante danno economico; negli scontri erano anche rimasti feriti dieci fra poliziotti e carabinieri. Il materiale raccolto ha consentito alle Autorità Giudiziarie procedenti di apprezzare l’oggettiva gravità delle condotte, dimostrando che i facinorosi si erano resi responsabili non di semplici condotte predatorie integranti il reato di furto, bensì del ben più grave delitto di devastazione e saccheggio. I video che erano rimbalzati sui social all'epoca, d'altronde, parlano chiaro. Ma c'è di più. C'è la volontà di celebrare quella sommossa postando su un'apposita pagina Instagram le "gesta" (non certo eroiche) dei vandali in azione.

La pagina celebrativa

Nella giornata immediatamente successiva ai fatti, gli investigatori evidenziavano la presenza di una pagina del social network Instagram, che la Polizia Postale successivamente congelava, creata per promuovere, condividere e per enfatizzare le loro iniziative criminali (torino.criminalpage), esaltando la comune provenienza dei malviventi dalla zona di Barriera Milano. Da qui prendeva il nome l’indagine che conduceva agli odierni provvedimenti restrittivi. La stessa pagina Instagram veniva altresì utilizzata per pianificare ed istigare nuove azioni criminali, che sarebbero invece state scongiurate dai successivi imponenti servizi di ordine pubblico, istituiti in occasioni di successive analoghe manifestazioni di piazza. Gli indagati, forti del proprio numero e della propria violenza, si erano appropriati di ogni capo d’abbigliamento ed accessori di lusso a portata di mano e senza differenza alcuna. Il tutto agendo con assoluto disprezzo per l’ordine costituito e, anzi, con la chiara volontà di creare disordine e di instaurare un clima di confusione e di terrore nella cittadinanza, peraltro già fortemente provata dall’emergenza pandemica.

Hanno provato a liberarli

L’evidente pericolosità del gruppo si palesava nel momento in cui alcuni di essi, con la violenza, cercavano persino di liberare due soggetti arrestati in flagranza del furto in danno del negozio “Gucci” di via Roma. Per l’esecuzione delle misure restrittive sono stati impiegati oltre 200 agenti della Questura di Torino, avvalendosi della collaborazione anche di personale delle Squadre Mobili del Piemonte e della Valle d’Aosta, nonché degli equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine “Piemonte” e “Liguria”, qui appositamente aggregati dalla Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato. Ora quindi ci sono 37 arresti, per lo più di immigrati, in attesa di un processo per la guerriglia urbana: staremo a vedere i giudici come valuteranno il loro comportamento, se meritevole di una condanna esemplare o invece no.

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