Vaccini, in Piemonte stanno quasi finendo: già somministrato il 90% delle dosi ricevute
Siamo al 89,7% delle dosi disponibili già somministrate, ma l'assessore Icardi rassicura: "Abbiamo fatto scorte".
Allarme vaccini in Piemonte: stanno finendo. Il 90% delle dosi disponibili per la regione è già stato usato, ne resta solo il 10% poi sono finiti. La grave situazione dei ritardi nelle forniture, problema che esiste in tutta Italia, non risparmia la regione Piemonte.
Questi i numeri ufficiali
Questi i numeri ufficiali diramati attraverso i canali istituzionali. Dall’inizio della campagna si è proceduto all’inoculazione di 150.847 dosi (delle quali 17.451 come seconda), corrispondenti all’89,7% di quelle finora disponibili per il Piemonte. Sono 5.838 le persone che hanno ricevuto il vaccino contro il Covid comunicate oggi all’Unità di Crisi della Regione Piemonte (dato delle ore 17.40 di ieri). A 4.978 è stata somministrata la seconda dose. Stanno quindi finendo le dosi di vaccino disponibili, anche perché il Piemonte è fra le regioni italiane che hanno portato avanti meglio e speditamente la campagna vaccinale. Tutte le dosi finora inoculate sono quelle della Pfizer, che utilizzano mRna modificato (una tecnologia nuovissima). Arriveranno poi quelle di Moderna (sempre mRna modificato) e via via gli altri più tradizionali, realizzati con metodi già usati da anni (i vettori virali) ovvero AstraZeneca, Sanofi e Johnson.
Il vaccino potrebbe finire?
Problemi dunque, timori e preoccupazioni perché i vaccini in Piemonte stanno finendo prima dell'arrivo di altre forniture? Per fortuna la situazione non sembra drammatica. La Regione Piemonte, infatti, ha accantonato un po' di dosi... "di scorta" proprio per far fronte a eventuali intoppi. Scorte che adesso torneranno utili! La scelta prudenziale del Dirmei (Dipartimento Interaziendale Malattie ed Emergenze Infettive) di prevedere, da subito, di accantonare parte dei vaccini per far fronte alle seconde somministrazioni anche in caso di ritardi nelle consegne si sta rivelando lungimirante. Soprattutto adesso che il Piemonte subisce un taglio del 29% di quanto concordato.
La posizione dell'assessore
Così l'assessore regionale Luigi Icardi:
"Altre Regioni sono state meno previdenti di noi, trovandosi scoperte per le seconde somministrazioni. Al momento si sta sopperendo ricorrendo alla compensazione interregionale ma, su richiesta del commissario Arcuri, d’ora in poi tutte le Regioni dovranno accantonare il 30% delle dosi ricevute per le seconde somministrazioni. Per tutti questi motivi la seconda fase partirà probabilmente con due settimane di ritardo rispetto alla data programmata del 31 gennaio 2021, allungando i tempi per il raggiungimento dell’immunità di gregge. Poi, con l’arrivo del vaccino Astra Zeneca che si può conservare in normali frigoriferi, in Piemonte anche i medici di base e i farmacisti potranno vaccinare. Con il mese di febbraio i quantitativi consegnati dovrebbero tornare alla normalità".
Quando il vaccino in carcere
Altre due precisazioni interessanti, fatte in forma ufficiale rispondendo al question-time in Regione da parte dell'assessore. La vaccinazione in farmacia dovrà avvenire comunque alla presenza di un medico per far fronte a eventuali reazioni avverse, ma su questo aspetto bisognerà attendere le linee-guida del Ministero che ancora non ci sono. La vaccinazione per i detenuti, che non spetta alla Regione ma al Ministero, verrà probabilmente prevista nell’ambito della seconda fase. E quindi dopo aver vaccinato tutto il personale sanitario, gli operatori socio-sanitari e gli Over80. Sulle varianti del virus Icardi ha dichiarato che a differenza di quella inglese, la variante brasiliana desta maggiori preoccupazioni perché non è ancora chiaro se contro di essa il vaccino sia efficace.