Corte d'assise d'appello

Uccise il padre violento con 34 coltellate, dopo l'assoluzione nuovo processo per Alex Pompa

Il pm Aghemo, che ne chiese la condanna in primo grado, ha chiesto di rivedere la tesi della legittima difesa

Uccise il padre violento con 34 coltellate, dopo l'assoluzione nuovo processo per Alex Pompa
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Uccise il padre violento con 34 coltellate ora dopo l'assoluzione in primo grado si riapre il processo per Alex Pompa: il pg Alessandro Aghemo ha chiesto di rivedere la tesi della legittima difesa.

Dopo l'assoluzione nuovo processo per Alex Pompa

Nuovo processo per Alex Pompa, il 21enne che nell'aprile del 2020, a Collegno, nel corso di una lite familiare, uccise il padre con 34 coltellate. Il giovane torna davanti alla corte d'Assise d'appello per il processo di secondo grado dopo l'assoluzione con formula piena per legittima difesa avvenuta il 24 novembre 2021.

A sostenere l’accusa è ancora il pm Alessandro Aghemo, che in primo grado aveva già chiesto la condanna di Alex, e che ha invitato i giudici a riconsiderare la tesi della legittima difesa in quanto, a suo parere, non sussiste.

La Corte d’Assise d’appello ha accolto in parte le richieste dell’accusa decidendo di risentire l’imputato, la madre e il fratello dell'imputato e i medici legali che intervennero sul posto.

Uccise il padre con 34 coltellate

Il padre del ragazzo, Giuseppe, è stato descritto come un uomo aggressivo e collerico oltre che ossessionante e minaccioso. Quel giorno, dopo aver notato la moglie, cassiera in un supermercato, mentre veniva salutata da un collega, la chiamò sul telefonino centinaia di volte e, al rientro a casa, inscenò l'ennesimo litigio. Poi si diresse verso il cassetto della cucina alla ricerca di un coltello.

"La faccio finita vi ammazzo tutti" gridò.

Il figlio, Alex, intervenne temendo il peggio per sé e la propria mamma. Si fiondò anche lui verso il mobile della cucina afferrando a sua volta un coltello, poi un altro e un altro ancora. Il padre morì dopo 34 coltellate inflitte con sei coltelli diversi.

Nel suo atto d’appello, lungo 120 pagine, il pm Aghemo ha spiegato i motivi per cui ritiene che non si sia trattato di legittima difesa, bensì dell'omicidio volontario di un uomo disarmato che sarebbe stato violento solo a parole.

Secondo i giudici del primo grado, Alex agì invece per difendere la madre, il fratello e sè stesso.

"Pensavamo - ha commentato il suo difensore, l'avvocato Claudio Strata - che non ci fossero i presupposti per la rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale, ma siamo e restiamo sereni. Continuiamo ad avere totale fiducia nella giustizia".

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