Tragedia di Caselle, nelle chat dei militari la conferma: "Sono decollati con tutti quegli uccelli lì, un disastro"
Sia l'audio che la chat sono ora al vaglio della procura di Ivrea che sta indagando a tutto campo
Ci sono nuovi dettagli in merito all'incidente di Caselle, (avvenuto sabato 16 settembre 2023 poco prima delle ore 17) in cui un velivolo delle Frecce Tricolori (MB-339PAN), è caduto in fase di decollo all'aeroporto, durante le prove per lo spettacolo previsto a Torino, in occasione del centenario dell'Aeronautica militare. La pattuglia doveva partecipare a un air-show ed era attesa da non meno di 4mila spettatori.
Nel tragico incidente è morta una bambina di 5 anni, che era a bordo di un'auto con il papà, la mamma e il fratello di 12 anni. La macchina è stata colpita dalle fiamme, dopo l'esplosione (avvenuta quasi a terra) del velivolo. Il fuoco ha creato ustioni di secondo grado ai tre familiari rimasti in vita.
Anche il pilota, che si è salvato attivando in tempo il dispositivo di espulsione dalla cabina proprio un istante prima dell'impatto.
L'audio particolare
Da alcune ore circola un audio nelle chat dei militari che spiega una delle possibili motivazioni del disastro, in cui è rimasta vittima una bambina di cinque anni.
Nel vocale si sente uno dei militari confermare la caduta dell'aereo e sostenere che c'era il rischio "bird strike". Sia l'audio che la chat sono ora al vaglio della procura di Ivrea che sta indagando a tutto campo per ricostruire l'esatta dinamica.
Le parole pronunciate nell'audio:
"Ho parlato adesso con Simone il marito, si confermo che è caduto il pony 4. In decollo ha fatto bird strike bruttissimo. Ha preso un sacco di uccelli. Gli avevano dato per status che era più che "moderate". Erano severe. Sono decollati con tutti quegli uccelli lì, un disastro. Ha impattato, ha preso dentro gli uccelli e ha crashato. Si è lanciato bassissimo. Hanno visto il paracadute. Qualcuno dice che l'ha visto, qualcun altro dice che non l'ha visto. Però mi hanno detto che comunque era molto, molto basso. E in ogni caso si sarà fatto male se è atterrato, purtroppo. L'importante che sia vivo. Speriamo".
L'imprevedibilità della tragedia
Dopo l'incidente sono emersi tanti dubbi sull'imprevedibilità di questi eventi.
Giovanni Paone, falconiere che vigila sopra Caselle, fa sapere al Corriere.it, che è dal giorno dopo la tragedia che non riesce ancora a darsi una spiegazione per quanto accaduto.
"Il bird strike non si vede quasi mai — spiega —, il nostro lavoro è fatto esclusivamente per prevenire questo tipo di incidenti. Ma la Sagat resta all’avanguardia in termini di sicurezza. Possiamo dire ciò che vogliamo, speculare e cercare di capire. A Torino hanno sempre lavorato al massimo, parliamo di uno degli aeroporti più sicuri al mondo".
Daniele Cominetti che gestisce la falconeria de «Il mondo nelle ali» , spiega sempre al giornale di Via Solferino:
"La zona aeroportuale è poco antropizzata e quindi particolarmente amata dagli animali — racconta —. Gli uccelli tendono ad adattarsi meglio al rumore di un aereo che decolla rispetto a quello di dieci persone. Il falconiere mira a un’azione di deterrenza: la presenza del predatore scoraggia quella della preda, inducendola ad allontanarsi. Atterraggio e decollo rappresentano le due fasi più critiche perché i motori hanno una fortissima aspirazione. Il risucchio d’aria è notevole e di conseguenza c’è il grosso rischio che possa coinvolgere alcuni uccelli".