TORINO

Tragedia del quartiere Santa Rita: madre e figlio si sono lanciati dal balcone a distanza di due giorni

Il figlio Marco prima di togliersi la vita ha informato il cugino

Tragedia del quartiere Santa Rita: madre e figlio si sono lanciati dal balcone a distanza di due giorni
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Nella giornata di lunedì 1 maggio, festa dei Lavoratori, Claudia David, 74 anni, farmacista in pensione, si è gettata dal suo appartamento al decimo piano di via Gorizia 141, a Torino. Mentre nella giornata di ieri, mercoledì 3 maggio 2023, a distanza di due giorni, anche il figlio Marco Tagliaferri, ingegnere di 41 anni ha commesso lo stesso gesto.

Il motivo dei suicidi

Non è al momento chiaro il motivo che ha portato l'ex farmacista a togliersi la vita. Su questo stanno indagando gli inquirenti che hanno acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza per riuscire a ricostruire i due fatti. Non è escluso che dietro ci possano essere crepe all'interno della famiglia. Alcuni vicini pensano che i due fatti siano legati al ricovero del padre di Marco (anche lui come la moglie dipendente della farmacia delle Molinette) ricoverato nel reparto di psichiatria all'ospedale Martiti, per una depressione.

Mentre per quanto riguarda il figlio (che viveva a pochi passi dall'abitazione dei genitori) da quanto emerso e riportato dal Corriere, pare che la sua volontà di togliersi la vita (annunciata al cugino Marco poco prima) sia attribuile al troppo dolore vissuto dopo la tragica notizia della madre. Il cugino, dopo la telefonata agghiacciante, ha allertato subito i carabinieri ma quando sono arrivati sul posto Marco era già spirato.

Una tragedia familiare che ha scosso profondamente uno dei quartieri più popolosi del capoluogo sadaudo. Ora sul cancello del condominio in cui è avvenuto il fatto sono rimasti due mazzi di fiori in loro ricordo, probabilmente messi dagli inquilini dello stabile.

«Era una famiglia molto tranquilla — ha commentato un vicino al Corriere.it —. Il padre era un uomo silenzioso, mentre la madre era una donna vivace e allegra. Salivamo insieme in ascensore e chiacchieravamo un po’ sulle questioni del condominio. Il figlio l’ho visto crescere, ci siamo trasferiti qui tutti insieme vent’anni fa».

«Persone colte, sempre silenziose — aggiungono i vicini al Corriere.it—. Forse il padre, che è stato il primo ad ammalarsi, avrebbe dovuto essere ricoverato prima. A volte diventa troppo difficile prendersi cura dei malati con quel tipo di patologie. E anche i parenti finiscono per ammalarsi».

. «Proprio qualche giorno fa — ha ricordato il custode dello stabile di via Gorizia sempre al giornale di via Solferino — ho scherzato con il figlio. Era simpatico, eravamo coetanei. Sono sconvolto. Lui veniva tutte le mattine a salutare la madre prima di andare a lavoro e poi tornava la sera. L’ho incontrato questa mattina e a malapena mi ha salutato, ma era plausibile. Poi, quando ho scoperto che anche lui si era gettato di sotto pochi minuti dopo, sono rimasto di pietra».

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