L'operazione

Teatro Regio sotto indagine della Guardia di Finanza per corruzione, abuso d'ufficio e turbativa d'asta

La Guardia di Finanza sta portando avanti l'operazione 'Spartito'. Tante le province coinvolte nelle irregolarità riscontrate nel Teatro Regio di Torino

Teatro Regio sotto indagine della Guardia di Finanza per corruzione, abuso d'ufficio e turbativa d'asta
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Le ipotesi di reato a carico degli indagati nella vicenda della gestione del Teatro Regio di Torino sono diverse: corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Da oggi, 28 maggio 2020, la Guardia di Finanza di Torino sta effettuando perquisizioni in diverse Regioni italiane. Diversi i soggetti coinvolti nelle indagini, tra cui due società, una è Elvetica, e quattro persone.

L’operazione 'Spartito'

Sono emerse alcune criticità nella gestione della Fondazione Lirica del Teatro Regio di Torino. Irregolarità su cui stanno indagando i Finanzieri del Nucleo Polizia Economico-Finanziaria di Torino, su delega della locale Procura della Repubblica è denominata ‘Spartito’. La suddetta operazione è chiamata ‘Spartito’ e vede coinvolte diverse province: Torino, Asti, Milano, Fermo e Ancona. Questa operazione rientrata nel filone della costante attenzione da parte della Guardia di Finanza rispetto lotta alla corruzione, al fine di affermare una volta per tutte la meritocrazia.

Le irregolarità del Teatro Regio

Dalle prime indagini, i Finanzieri hanno scoperto e appurato un legame professionale tra l’ex Sovrintendente del Teatro Regio e un’agenzia teatrale svizzera. Nel corso di questo sodalizio, l’agenzia ha visto crescere il proprio fatturato grazie alla scritturazione, da parte della Fondazione Lirica, di artisti rappresentati da essa.
Le irregolarità non finisco qui. È inoltre emerso che ci sono delle incongruenze nella predisposizione del bando per la riconferma dell’ex Sovrintendente e nell’affidamento di incarichi nell’area marketing del Teatro a persone molto vicine a lui.

La carriera sospetta di un dipendente

Durante i controlli della Guardia di Finanza è emersa anche la vicenda di un dipendente della Fondazione. Nel giro di poco tempo, il ruolo professionale dell’uomo è cresciuto da corista a collaboratore di staff della sovrintendenza per attività di innovazione e sviluppo. Non solo, il dipendente avrebbe favorito un’azienda milanese, che si occupa di ricerche di mercato e sondaggi di opinione, nell’appalto per il servizio di marketing. Tutto questo attraverso la complicità del titolare che ha predisposto il bando di gara inserendo elementi selettivi che risultano eccessivamente stringenti per gli altri partecipanti.

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