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Dietro la morte del 18enne Orlando ci potrebbe essere un ricatto sessuale

Il giovane avrebbe confidato ad amici stretti e ad una docente di avere paura di qualcuno e di essere finito in una situazione più grande di lui da cui voleva fuggire.

Dietro la morte del 18enne Orlando ci potrebbe essere un ricatto sessuale
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Emergono ulteriori indiscrezioni sulla morte di Orlando Merenda, 18enne torinese che domenica 20 giugno 2021 si è tolto la vita buttandosi sotto un treno tra la stazione di Lingotto e quella di Moncalieri. Sulla vicenda è stata aperta un'inchiesta per istigazione al suicidio da parte della Procura di Torino, coordinata dalla pm Antonella Barbera: escluse le ipotesi di bullismo e omofobia, prese fin da subito in considerazione, ora al vaglio delle indagini ci sarebbe quella di un ricatto sessuale.

Ipotesi di ricatto sessuale dietro la morte di Orlando

Una nuova pista si pare nell'inchiesta aperta dalla Procura di Torino sulla morte del 18enne torinese Orlando Merenda. Dopo aver escluso le ipotesi di omofobia e bullismo, al vaglio delle forze dell'ordine ci sarebbe ora quella del ricatto sessuale, traccia emersa grazie alle dichiarazioni rilasciate da amici stretti di Orlando e di una docente, ai quali il 18enne avrebbe confidato sentimenti e sensazioni che da tempo gli creavano turbamento e disagio.

In primis il giovane, diventato maggiorenne da nemmeno un mese, dopo aver trovato il coraggio di affermare pubblicamente la sua omosessualità, si era ritrovato a non ricevere comprensione da parte di tutti. In secondo luogo, inoltre, e questo è l'aspetto su cui cui vogliono fare chiarezza le indagini della Procura, Orlando avrebbe lanciato qualche indizio ai suoi affetti più cari circa il fatto di avere paura di qualcuno e di essere finito in una situazione più grande di lui da cui voleva fuggire. Incontri con adulti che potrebbero aver approfittato di lui quando era ancora minorenne.

Dall'analisi del suo cellulare ulteriori chiarimenti

La Procura di Torino sta ora analizzando le chat del cellulare di Orlando da cui poter trarre ulteriori prove che chiarirebbero i motivi che lo avrebbero spinto a suicidarsi. Il 18enne aveva trascorso il suo ultimo giorno di stage in un bar del centro a Torino. Uno dei suoi colleghi ha affermato che quel giorno Orlando l'aveva passato in totale silenzio, con crisi di pianto e frequenti attacchi d'ansia.

Indizi quest'ultimi che rendono l'ipotesi del ricatto ancora più concreta, testimoniata anche dalle dichiarazioni della madre, Anna Screnci, la quale si dice disposta a tutto pur di ottenere giustizia per suo figlio:

"Orlando aveva un dolore che lo opprimeva. Il peso delle parole che ha dovuto sopportare come una spugna. Devono pesare le parole. Perchè una parola ti uccide più di uno schiaffo. Ti uccide. Ti devasta dentro. Una qualsiasi parola. Abbiamo visto i risultati".

 

 

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