cronaca

Sequestrate 250 opere false attribuite all’artista torinese Carol Rama

Le opere false verranno utilizzate quali oggetti di studio per contrastare proprio la contraffazione

Sequestrate 250 opere false attribuite all’artista torinese Carol Rama

250 opere false e attribuite all’artista torinese Carol Rama sono state sequestrate dai carabinieri. La descrizione dell’attività investigativa è stata oggetto di un incontro avvenuto l’8 settembre 2025 alla Fondazione Accorsi Ometto di Torino – dove è in corso la mostra “Carol Rama – Geniale Sregolatezza”.

L’operazione “Olga” si conclude proprio durante la mostra di Carol Rama

Proprio la coincidenza temporale dello svolgimento di una esposizione dedicata all’eclettica artista torinese, unita alla conclusione dell’attività investigativa dei carabinieri ha portato ad una pubblica riflessione sulla contraffazione delle opere d’arte contemporanea durante un incontro cui hanno partecipato anche il Direttore della Fondazione Accorsi Ometto, Luca Mana, il Presidente dell’Archivio Carol Rama Michele Carpano e la Professoressa Giuliana Calcani, Direttrice del Laboratorio sul Falso, Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Roma Tre.

L’artista torinese Carol Rama (Torino, 17 aprile 1918 – Torino, 24 settembre 2015)

Le opere sospette si sono rivelate false

L’operazione“Olga” è iniziata alla fine del 2022, quando, dal monitoraggio del mercato antiquario, i militari del Nucleo TPC di Torino avevano individuato alcune opere di Carol Rama – artista che, proprio in quel periodo, vedeva una vera e propria impennata delle quotazioni delle opere – di sospetta provenienza.

Le opere false sequestrate

Veniva quindi richiesto al Comitato Scientifico dell’Associazione dell’Archivio Carol Rama, un pronunciamento in merito alla autenticità.
L’Archivio, non solo era riuscito a evidenziare la completa falsità delle opere (che comunque riproponevano soggetti nello stile tipico dell’artista) ma ha posto in evidenza che la loro realizzazione era riconducibile ad una sola mano. A quel punto i carabinieri si sono concentrati sul torinese, che aveva messo in vendita in una Casa d’Aste lombarda, tre di queste opere e che lo stesso aveva indicato come provenienti da “collezione privata”.

La successiva perquisizione nell’abitazione del soggetto sospettato, disposta dalla Procura della Repubblica di Torino, aveva rivelato ai militari dell’Arma un deposito dove erano custodite circa 250 opere riconducibili a Carol Rama e (in minima parte) Enrico Baj.

Alcuni dei falsi recuperati dai carabinieri

Un potenziale giro d’affari pari a 350mila euro

Particolarmente articolata e convincente la tecnica utilizzata dal responsabile, trovato in possesso di vecchi fogli ingialliti, pastelli, pennarelli e strumenti da disegno, che utilizzava per realizzare alcune opere su carta e anche su altri supporti, “simulando” la tecnica dell’artista, ingannando così i potenziali acquirenti, che avrebbero dovuto impiegare somme comprese tra i 100 ed i 20mila euro per l’acquisto.

L’analisi dettagliata effettuata dai membri del Comitato Scientifico dell’archivio Carol Rama e dell’Archivio Baj ha quindi permesso di individuare circa 250 opere contraffatte, che stavano per essere immesse sul mercato attraverso Casa d’Asta o più semplicemente sui banchi di mercatini antiquariali, ad ignari acquirenti, e senza la prevista certificazione di autenticità che deve necessariamente accompagnare l’opera d’arte.

In tutto un potenziale giro d’affari illecito pari ad oltre 350mila euro. Il Tribunale di Torino, concordando con le risultanze investigative raccolte dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Torino, coordinati dalla Procura della Repubblica di Torino, ha recentemente emesso sentenza di condanna nei confronti del cittadino torinese disponendo la confisca e devoluzione delle opere false.

Le opere false donate al Laboratorio del falso dell’Università degli Studi di Roma Tre

All’Associazione Archivio Carol Rama, che si era costituita parte civile per il danno d’immagine, è stato riconosciuto il diritto all’integrale risarcimento, ma l’enorme produzione di opere false oltre ad aver nociuto al valore economico di acquisto delle opere dell’artista torinese scomparsa nel 2015, ha ingenerato un enorme danno di credibilità al mercato lecito. Le opere false, che avrebbero infettato il mercato antiquario, alla fine verranno utilizzate quali oggetti di studio per contrastare proprio la contraffazione. Infatti, i Carabinieri del reparto specializzato dell’Arma al termine dell’attività investigativa hanno richiesto ed ottenuto un provvedimento di confisca da parte del GIP di Torino, che ha consentito di devolvere nelle scorse settimane le opere contraffatte al “Laboratorio del falso”, istituito al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Roma Tre con il quale il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale ha stipulato un accordo Quadro nel 2012, finalizzato allo sviluppo della didattica e della ricerca scientifica connesse ai beni culturali, strumento fondamentale per la diffusione della cultura e della legalità.