Le prove

Scoppio di via Nizza, svolta nelle indagini c'è un arresto

Di origine dolosa l'esplosione che la notte del 30 giugno a Torino, in una palazzina in via Nizza, è costata la vita ad un giovane e il ferimento di altre cinque.

Scoppio di via Nizza, svolta nelle indagini c'è un arresto
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Scoppio di via Nizza, svolta nelle indagini c'è un arresto. Si tratta di un gesto doloso.

Scoppio di via Nizza

Con molta probabilità è stata di origine dolosa l'esplosione che la notte del 30 giugno a Torino, in una palazzina in via Nizza, è costata la vita ad un giovane e il ferimento di altre cinque. A questa conclusione sono giunti oggi, sabato 5 luglio 2025, gli investigatori della polizia, che nelle scorse ore hanno eseguito un arresto. Il movente del gesto sarebbe da ricercare in questioni di carattere personale alle quali, comunque, la vittima era del tutto estranea.

I fatti

L'incendio Nella palazzina, in via Nizza 389, era divampato un incendio cui aveva fatto seguito un'esplosione che aveva devastato tre appartamenti. I vigili del fuoco del comando provinciale hanno localizzato l'innesco in un alloggio al quinto piano.  Gli investigatori del commissariato Barriera Nizza hanno individuato il presunto responsabile attraverso l'analisi dei filmati di alcune telecamere della zona e l'audizione di una serie di testimoni, tra cui alcuni colleghi di lavoro dell'uomo: contro il sospettato hanno giocato le confidenze che nei giorni successivi ha reso a chi condivide con lui la professione.

Le prime ipotesi

Nelle ore successive alla tragedia si era pensato ad una fuga di gas la causa dello scoppio dell'incendio che ha interessato, nella notte tra domenica e lunedì, gli alloggi del quinto piano di uno stabile in via Nizza 389, nel quartiere Lingotto,  in cui sono rimaste ferite cinque persone e ha perso la vita il 35enne, Jacopo Peretti di Mazzé, nel Canavese.
E le indagini coordinate dalla procura del capoluogo affidate al sostituto procuratore Dionigi Tibone, per capire se l'esplosione sia stata causata appunto da una fuga di gas oppure da altro. Il fascicolo aperto era ipotesi di reato né indagati.

La svolta

Quest'oggi, però, quel fascicolo ha un nome iscritto è quello di un uomo di 40 anni del quale non sono state rese le generalità che avrebbe agito non per far del male a Jacopo Peretti, ma probabilmente ad un vicino di casa del giovane rimasto vittima dell'inferno che si è scatenato dallo scoppio. Sono in tutto 24 gli appartamenti dichiarati inagibili e 45 le persone sfollate che hanno poi passato la notte fuori casa ospitati da amici e parenti e in parte nella scuola Umberto Primo, nella vicina piazza Bengasi, dove la Protezione Civile Comunale ha allestito un centro di accoglienza.