Presto rimpatriati

Saranno rilasciati nelle prossime ore i giovani attivisti torinesi arrestati in Turchia

Sono stati fermati nella città di Sanliurfa, nel Sud del Paese, durante una conferenza stampa indetta dal partito della Sinistra Verde

Saranno rilasciati nelle prossime ore i giovani attivisti torinesi arrestati in Turchia
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Stanno bene i due ragazzi e tre ragazze di Torino di età comprese tra 22 e 27 anni, appartenenti allo stesso collettivo piemontese della galassia antagonista,  sono stati arrestati ieri, giovedì 12 ottobre 2023, dalla polizia a Sanliurfa, in Turchia.

Arrestati durante una conferenza stampa del partito Sinistra Verde

Le autorità li hanno dichiarati "indesiderati"e potrebbero essere rilasciati già nelle prossime ore. L'ambasciata italiana sta seguendo fin dall'inizio da vicino il loro caso.

Erano arrivati con un gruppo di attivisti provenienti da Francia e Germania per partecipare a una conferenza stampa indetta dal partito d’opposizione Sinistra Verde, a cui erano stati invitati, per condannare la guerra di aggressione turca nel Rojava.

La polizia ieri ha circondato l'edificio dove era in corso la conferenza stampa mettendo in stato di fermo i giovani presenti, tra i quali i nostri concittadini ora in attesa di rimpatrio.

Scrivono in una nota i gruppi interessati:

La polizia ha cercato di fermare la conferenze stampa con blocchi e arresti. Nella città curda di Riha (Şanlıurfa), la delegazione è stata attaccata dalla polizia con il pretesto che non le era permesso di partecipare alla conferenza stampa. Le giovani sono state ammanettate, arrestate e portate alla stazione di polizia.

Intanto Torino sta preparando Defend Kurdistan un corteo di condanna degli attacchi turchi sul Rojava per domenica 15 alle 16.30 in piazza Castello.

 

 

L'aggressione turca nel nord est della Siria

I cinque attivisti torinesi condannavano l'aggressione turca alla Siria.

L’origine della crisi in Siria si intreccia con la storia millenaria del popolo curdo. Un popolo che da secoli chiede di poter avere un proprio Stato e il cui status al momento è quello di una minoranza nei rispettivi Paesi in cui stazionano.

Un popolo che si ritrova piuttosto impotente di fronte all’offensiva armata della Turchia che tutto vuole, tranne che uno stato o territorio autonomo curdo ai suoi confini. Da circa un secolo lo Stato turco, fortemente nazionalista, e la popolazione curda, in lotta per creare un proprio stato, si scontrano a fasi alterne.

A partire dal 2015, la Turchia ha iniziato a colpire militarmente e non ha mai smesso su volere del Presidente Erdogan che ha più volte dichiarato di non avere intenzione di cessare il fuoco.

 

 

 

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