TORINO

Sangue e violenza nel carcere nel giorno di ferragosto: fuoco in cella, detenuto tenta la fuga

Il segretario generale del SAPPE Donato Capece: on si può continuare a restare inerte, a non prendere iniziative a favore delle donne e degli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria in servizio nelle varie carceri piemontesi”

Sangue e violenza nel carcere nel giorno di ferragosto: fuoco in cella, detenuto tenta la fuga
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Ancora pericolose tensioni alla Casa Circondariale di Torino nel pomeriggio e nella serata di ieri quando un detenuto che pretendeva di esser trasferito in altro istituto si è armato con un paio di forbici e ha iniziato a minacciare i presenti. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, per voce del segretario del Piemonte Vicente Santilli:

“Per dargli manforte, tutta la Sezione si è rifiutata di fare rientro nelle celle ed ha iniziato rumorosamente a minacciare ulteriori disordini fino a che non fosse stato accordato il trasferimento del loro compagno. I rumori e i disordini della sezione hanno fomentato gli animi dell’interno padiglione detentivo che si sviluppa su tre piani ed anche i ristretti del piano sottostante hanno intrapreso una manifestazione di protesta, più violenta della precedente, sfociata addirittura nell’incendio di alcuni materassi”.

Il sindacalista evidenzia che “l’aria irrespirabile ha determinato la necessità di fare uscire tutti i detenuti dalla sezione che sono stati accompagnati nel cortile passeggi. Ed è proprio in questo frangente che un soggetto venticinquenne di origini marocchine, approfittando della confusione, si è arrampicato sul muro che delimita il cortile e ha tentato di darsi alla fuga. Immediatamente è scattato l’allarme ed il detenuto è stato rintracciato mentre cercava un varco o un modo per superare il muro di cinta. Anche in questa circostanza il nostro plauso va al personale di Polizia Penitenziaria che ha dimostrato, se ancora fosse necessario, la grandissima capacità che lo contraddistingue e consente allo Stato di gestire con professionalità e capacità situazioni operative estremamente complesse e pericolose. Ai poliziotti feriti auguriamo una pronta guarigione.”.

La sollecitazione

Santilli sollecita infine l’assegnazione di un Comandante titolare al Reparto di Polizia Penitenziaria:

“Va evidenziato l'impegno dei vari comandanti non titolari che si sono avvicendati in questi mesi presso la cc di Torino, ma bisogna intervenire affinché il Dap si adoperi una volta per tutte per assegnare un nuovo comandante alla Casa circondariale torinese”.

Il segretario generale del SAPPE Donato Capece, che pure esprime il “plauso del SAPPE al personale dell’Istituto di Torino che ha saputo gestire con fermezza e professionalità la situazione”, chiama “in causa” direttamente “chiunque, ma soprattutto chi ha ruoli di responsabilità regionale dell’amministrazione penitenziaria. Non si può continuare a restare inerte, a non prendere iniziative a favore delle donne e degli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria in servizio nelle varie carceri piemontesi”, denuncia il leader del SAPPE. “Sconcerta, poi, rivedere le fiamme in carcere a Torino. E’ ancora vivo in tutti noi quel che avvenne il 3 giugno 1989, quando presero fuoco i materassi accatastati e le fiamme aggredirono il braccio femminile. Persero la vita 8 detenute e 2 agenti del penitenziario, Rosetta Sisca e Maria Grazia Casazza. Ed è dunque da delinquenti, da sciagurati ed irresponsabili commettere atti incendi in carcere, proprio a Torino poi…”.

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