Il caso

Rubano ai volontari che aiutano i bimbi malati: ennesimo furto alla sede Nida

La denuncia dell’associazione di Falchera: «Così non ce la facciamo più». Il prefetto annuncia un Osservatorio per le periferie

Rubano ai volontari che aiutano i bimbi malati: ennesimo furto alla sede Nida
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Ancora un colpo alla solidarietà. Per la quarta volta in un anno, la sede della Nida – Nazionale Italiana dell’Amicizia, realtà solidale della Falchera impegnata a portare un sorriso nei reparti pediatrici con il progetto dei “supereroi in corsia”, è stata svaligiata.

Rubano ai volontari che aiutano i bimbi malati

I ladri hanno forzato la rimessa della Cittadella dell’Amicizia, portando via attrezzi da giardinaggio, decespugliatori, una motosega e altro materiale indispensabile per l’associazione.

Solo pochi giorni prima erano spariti un generatore e i cavi elettrici, a novembre addirittura giochi destinati ai mercatini natalizi e materiale musicale.

"Siamo abbandonati, da soli non possiamo farcela"

I danni accumulati superano i 20 mila euro, una somma enorme per un’associazione che vive solo grazie a donazioni e raccolte fondi. A denunciare la situazione è Walter Galliano, presidente della Nida, con parole amare:

«Se continua così, riconsegno le chiavi del centro alla Città. Siamo abbandonati. Noi volontari diamo il massimo, ma da soli non possiamo più farcela».

Galliano ha chiesto un incontro urgente con le istituzioni per discutere misure concrete: maggiore controllo, videosorveglianza, e un segnale forte di presenza da parte della città.

Il prefetto annuncia un Osservatorio per le periferie

La vicenda si inserisce in un quadro urbano sempre più complesso e preoccupante. Dopo i recenti episodi di violenza tra i quartieri Aurora e Barriera di Milano – culminati con l’omicidio del giovane Madou Diane e scontri tra bande armate – la Prefettura ha annunciato una reazione strutturale.

Il prefetto Donato Cafagna ha dichiarato la nascita imminente di un Osservatorio sulle periferie, con l’obiettivo di accompagnare l’azione repressiva con un piano più ampio di integrazione, educazione alla legalità e coesione sociale.

«Non basta garantire la sicurezza, bisogna ricostruire il senso di comunità», ha affermato Cafagna, sottolineando la necessità di coinvolgere attivamente anche giovani italiani e stranieri di seconda generazione.

L’Osservatorio, ha spiegato il prefetto, sarà attivo nelle prossime settimane e lavorerà al fianco di istituzioni, associazioni e realtà di quartiere, promuovendo interventi di inclusione e rispetto delle regole.

Perché accanto ai problemi, ha ricordato Cafagna, esistono anche le energie positive come quelle della Nida. Ma queste realtà, per continuare a resistere, hanno bisogno di protezione. E di non sentirsi sole.

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