Tragedia Thyssen, parla la mamma di una delle vittime: "Il processo è una farsa"
Per via della ridotta attività giudiziaria durante la pandemia, non è ancora stato emesso l'ordine di presentarsi in carcere contro i due manager condannati.
"Una tragica farsa, quando l'ho saputo mi è preso lo sconforto”. Sono le parole di Rosina Platì, la mamma di Giuseppe Demasi (insieme nella foto) una delle vittime del rogo del 6 dicembre 2007 alla Thyssen, alla notizia della libertà dei due manager condannati per la morte del figlio.
Thyssen: parla la mamma di una delle vittime
La donna sta parlando dei due manager tedeschi, Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, che dopo anni non sono ancora finiti in carcere. I due uomini sono stati condannati in via definitiva il 13 maggio 2016, ma sono ancora in libertà.
Perdere un figlio è una tragedia e vedere i colpevoli ancora in libertà non pone fine a quell’immenso dolore. Per la madre del 26enne Demasi, è uno strazio che non trova fine:
"Una tragica farsa, quando l'ho saputo mi è preso lo sconforto, ho pianto e sono stata malissimo”.
Ma la signora Rosina non vuole rimanere a guardare:
"Ho scritto al ministro della Giustizia, attendo una sua telefonata, questa è l'ennesima pugnalata dritta al cuore”.
I due colpevoli della morte del figlio sono ancora in libertà, dopo tutto questo tempo:
"Sono passati 13 anni, ma per noi il dolore è sempre quello. Io non sentirò più la voce di mio figlio, i suoi baci. Sono degli assassini, non li perdonerà mai”.
La fuga in Germania e la condanna
I due manager per sottrarsi alla legge sono scappati in Germania. Dopo diverse istanze presentate da parte dell’Italia, la Germania ha deciso di dare corso alla sentenza di condanna. Cinque anni di prigione, il massimo della pena prevista dai tedeschi per questi reati: omicidio colposo, incendio doloso e omissioni di misure antinfortunistiche. Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz però sono ancora liberi, nonostante a febbraio il Tribunale regionale di Hamm abbia respinto il loro ultimo ricorso. Come riporta il Fatto Quotidiano, la procuratrice e portavoce del tribunale di Essen, Anette Milk:
"Per via della ridotta attività giudiziaria durante la pandemia, non è ancora stato emesso l'ordine di presentarsi in carcere, ma verrà trasmesso nelle prossime settimane”.
È arrivata però anche la possibilità di un regime di semilibertà: fuori di giorno e in cella di notte.