Morti 7 operai

Rogo Thyssenkrupp: semilibertà ai due manager tedeschi. Appendino: "Non finisce qui" VIDEO

Espenhahn e Priegnitz potranno lasciare il penitenziario di giorno e continuare a lavorare, ma dovranno fare rientro la notte.

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L'incendio divampato nello stabilimento torinese ThyssenKrupp nel 2007 portò alla morte di 7 lavoratori: Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, i due manager tedeschi riconosciuti colpevoli del rogo e della morte dei dipendenti, hanno ottenuto la semilibertà. La sindaca di Torino parla di una ferita riaperta per la città e assicura che il ministro della Giustizia Bonafede incontrerà i parenti delle vittime.

 

Semilbertà concessa ai due manager tedeschi

Nei giorni scorsi il procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo aveva allontanato l'ipotesi della semilibertà per i due manager, parlando di carcerazione "inevitabile e imminente".  I due dirigenti manager avrebbero dovuto scontare 5 anni: pena massima prevista in Germania per i reati contestati in Italia. A differenza dei loro colleghi italiani, entrati in carcere il giorno dopo il verdetto della Cassazione, per i due tedeschi è stato necessario avviare le procedure affinché potessero scontare la condanna nelle carceri tedesche. La decisone dei giudici tedeschi disattende tutte le aspettative. Per i due scatterà infatti l'Offner Vollzug, una misura alternativa al regime carcerario pieno. Espenhahn e Priegnitz potranno lasciare il penitenziario di giorno e continuare a lavorare, ma dovranno fare rientro la notte.

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La rabbia dei parenti

Un durissimo colpo per i parenti delle vittime, che dopo dodici anni di calvario si vedono negata la certezza della pena. Il comitato dei congiunti minaccia lo sciopero della fame e della sete e si sente preso in giro.

Sindaco Appendino incontra i familiari delle vittime

“I familiari ci hanno trasmesso un sentimento di rabbia, che è giustificato per una battaglia fatta per tanti anni alla ricerca di una giustizia che non è arrivata. Si riapre una ferita per la città. Continueremo a essere al loro fianco, perché è un fatto che riguarda quelle famiglie ma anche l’intera comunità. Confermo che il ministro della Giustizia Bonafede incontrerà le famiglie, definiremo le date e abbiamo deciso con le mamme di andare insieme, perché se le istituzioni fanno squadra si possono ottenere risultati maggiori. Queste notizie creano sfiducia e rabbia, rabbia delle famiglie ma in parte anche della città. La città è arrabbiata e cercherà di fare tutto il possibile per non lasciare sole le mamme. È una battaglia che non finisce qui”.

Ha commentato la sindaca di Torino Chiara Appendino.

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