TORINO

Processo Luca Pasquaretta, Appendino: "Non mi sono mai sentita minacciata"

Alla base della decisione di lasciare l'incarico di portavoce, dopo due anni di lavoro, forse il compenso di 40mila euro lordi all'anno, da lui ritenuto inadeguato.

Processo Luca Pasquaretta, Appendino: "Non mi sono mai sentita minacciata"
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Nella giornata di ieri, 11 ottobre 2022, si è svolta la terza udienza del processo a Luca Pasquaretta, ex portavoce (fino all'estate 2018) dell'ex sindaca M5s, Chiara Appendino.

I testimoni

La corte, presieduta dal giudice Paolo Gallo, ha sentito i testimoni chiave dell'inchiesta, tra cui l'ex assessore comunale al commercio e al turismo Alberto Sacco e l'ex prima cittadina.

In tribunale, sono stati ricostruiti i fatti accaduti nell'estate 2018, con il contradditorio tra l'accusa del pubblico ministero Gianfranco Colace e la difesa dell'avvocato Stefano Caniglia. Secondo la ricostruzione della procura, Pasquaretta (accusato di estorsione alla sindaca e al viceministro Laura Castelli), una volta terminato l'incarico, avrebbe esercitato pressioni indebite per ottenere un nuovo lavoro sia a Roma che nel parlamento europeo.

Alla base della decisione di lasciare l'incarico di portavoce, dopo due anni di lavoro, forse il compenso di 40mila euro lordi all'anno, da lui ritenuto inadeguato.

Durante l'udienza Chiara Appendino ha detto:

"Non ho mai avuto l'impressione di essere sotto ricatto. Se ho aiutato Pasquaretta è per gratitudine nei suoi confronti".

Pasquaretta, dopo i possibili compensi, avrebbe pronunciato (secondo quanto riportato dalla TGR) minacce generiche:"Faccio cadere la giunta, vi mando a casa".

Se, come sostiene la difesa, furono soltanto sfoghi oppure vere e proprie minacce lo stabilirà il processo.

 

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