Piazza della Repubblica

Prendono il reddito di cittadinanza lavorando in nero a Porta Palazzo

Sei persone denunciate e 160mila euro di sanzioni emesse

Prendono il reddito di cittadinanza lavorando in nero a Porta Palazzo
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Dopo l'infortunio di un lavoratore sono scattati i controlli a Porta Palazzo. Si è così scoperto che sei persone lavoravano in nero e percepivano il reddito di cittadinanza.

Controlli a Porta Palazzo

A seguito di attività investigativa delegata dalla Procura della Repubblica di Torino, militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro hanno eseguito una serie di ispezioni al mercato di “Porta Palazzo”, che con i suoi 51.300 mq è l’area mercatale più estesa della metropoli, nonchè il mercato più grande d’Europa.

Lavorano in nero e prendono il reddito di cittadinanza

A seguito dei controlli 6 persone sono state denunciate dal Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Torino: è stato infatti accertato che pur essendo assegnatari del reddito di cittadinanza, lavoravano in nero al mercato.

Le indagini hanno inoltre appurato che tali lavoratori hanno ricevuto pagamenti in contanti, senza alcuna regolare registrazione, per un ammontare complessivo di oltre 96.000 euro. Come conseguenza delle violazioni riscontrate, sono state inflitte sanzioni per un totale di oltre 161.000 euro, e sono state emesse diffide per il recupero dei crediti patrimoniali evasi.

Le indagini partite da un incidente sul lavoro

I controlli sono stati avviati in seguito a un grave incidente capitato a un lavoratore addetto alla movimentazione dei banchi a motore, il quale è risultato privo di un contratto di lavoro e di copertura assicurativa e previdenziale.

Gli accertamenti si sono quindi concentrati sui mezzi utilizzati quotidianamente per spostare i banchi del mercato. Dopo aver controllato circa 40 soggetti, 9 persone sono state denunciate per violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Le principali irregolarità riscontrate hanno riguardato l'assenza di un documento di valutazione dei rischi (DVR), la mancata nomina di un responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP) e l'omessa adozione dei dispositivi di protezione individuale.

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