a cavagnolo

Postano la foto mentre fanno il saluto romano, letame davanti all'attività di una delle protagoniste

Il paese è stato tappezzato di manifesti che ritraeva il gruppo di amici che riporta la firma di Lotta Letamaia.

Postano la foto mentre fanno il saluto romano, letame davanti all'attività di una delle protagoniste
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Postano una foto sui social mentre in sette fanno il saluto romano.  L'immagine è stata utilizzata per realizzare dei volantini che nel giro di poche ore hanno tappezzato il paese: Sterco davanti al bar di una delle ragazze ritratte. Come PrimaChivasso.it.

Fanno il saluto romano sui social

Una foto postata sui social network con otto ragazzi che fanno il saluto fascista ha scatenato una bufera a Cavagnolo.
La premessa è che, per la legge italiana, tale forma di saluto è un reato.

I  fatti

Tutto parte da una fotografia che ritrae otto persone, cinque ragazzi e tre ragazze, durante una festa privata, davanti a una torta, forse di compleanno.
Sette amici che decidono, ne ignoriamo il motivo, di mettere in atto le indicazioni di Achille Starace, segretario del Partito Nazionale Fascista, che promosse una campagna a favore del «saluto romano» affinché sostituisse completamente la stretta di mano ritenuta «borghese» e poco igienica.
Degli otto, sette sorridono a mani tese, uno fa il «saluto del legionario» con le tre dita distese che rappresentano onore, fedeltà e coraggio e una ragazza è semplicemente accovacciata davanti alla torta, con in mano una bottiglia.
Quella foto finisce in rete, ma ci resta poco  per via dei commenti, ma sul web basta un istante per cambiare una vita.

Le conseguenze di quella foto

Qualcuno, quella foto, la scarica e la utilizza per realizzare un volantino che finisce su tutti i muri e le vetrine di Cavagnolo. Non contento, o contenta, l’autore, o l’autrice dei volantino scarica un sacco di letame davanti all’attività commerciale di una delle giovani ritratte in foto. I volantini, rivendicati da «Lotta Letamaia» (la scritta è accompagnata da una falce che incrocia non un martello, ma delle feci),  vengono distrutti nel giro di breve, ma alcuni restano comunque in circolazione e raggiungono praticamente chiunque in paese grazie alle chat.
Alla titolare dell'attività non resta altro da fare che rivolgersi ai carabinieri, a cui viene sporta denuncia contro ignoti.

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