Torino

Per convincerlo a pagare mezzo milione gli recapitano a casa una testa di capra

In manette sono finiti un 75enne torinese e un 55enne domiciliato a Gran Canaria. La vittima gli aveva promesso guadagni che poi non si sono verificati.

Per convincerlo a pagare mezzo milione gli recapitano a casa una testa di capra
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Erano arrivati addirittura a far consegnare la testa di una capra a casa dei genitori della loro vittima per convincerla a versargli oltre mezzo milione di euro. Come racconta Prima Saronno, in manette nella notte fra il 10 e l’11 maggio due pregiudicati, G.G, 55enne italiano nato in Svizzera e dimorante a Gran Canaria e G.B., 75enne residente a Torino. Nel mirino, un faccendiere che si era proposto loro come promotore finanziario.

Testa di capra recapitata dai genitori del “broker”

Le indagini, delegate dalla Procura delle Repubblica di Busto Arsizio (Va), erano iniziare nell’agosto del 2020 dopo la consegna da parte di ignota persona, con evidente intento intimidatorio, di una testa di ovino a Gallarate (Va) presso la residenza degli anziani genitori del “broker”. La coppia, comprensibilmente spaventata dal gesto, si era rivolta al 112 riferendo al personale intervenuto che un analogo episodio era accaduto uno o due mesi prima ma nell’occasione non avevano chiamato le forze dell’ordine.

Rapidamente la Squadra Mobile di Varese aveva scoperto che il vero destinatario degli atti intimidatori era il figlio degli anziani coniugi, resosi irreperibile anche agli investigatori e che, per sottrarsi agli estorsori nel timore di gravi conseguenze si era rifugiato in un appartamento di Gallarate, facendo credere di trovarsi nell’est Europa, impegnandosi in svariati “affari” per recuperare le somme richieste.

Le ricostruzioni

Gli agenti hanno ricostruito il passato e gli affari in cui la vittima era coinvolta, proseguendo con servizi di osservazione, analisi dei flussi finanziari e indagini informatiche che hanno portato a indagare il cinquantacinquenne in quanto ritenuto il “mandante” degli atti intimidatori commissionati a distanza dall’isola di Gran Canaria e il pregiudicato torinese quale autore materiale del quale sono stati ricostruiti minuziosamente tutti i movimenti nei giorni dei fatti.

Sono state riscontrate continue minacce nei confronti della vittima ed almeno quattro gravi atti intimidatori: la consegna di una testa di animale nel giugno 2020, analoga consegna l’8/8/2020, il recapito di un video che riprendeva la casa dei genitori nel settembre 2020 e pochi giorni dopo il pericoloso recapito nottetempo sul balcone di casa di una tanica con 6 litri di benzina, con il rischio che l’accensione potesse causare gravi conseguenze non solo all’immobile.

“Investimento” andato male, richieste per mezzo milione

Le indagini hanno permesso di delineare la situazione da cui scaturivano gli atti intimidatori, inquadrandoli in un contesto estorsivo maturato nell’ambito degli “affari” che la vittima intratteneva con il pregiudicato dimorante alle Canarie, ed ha fornito evidenze delle faccende di dubbia liceità che egli curava, in particolare di intermediazione finanziaria/commerciale con operazioni per conto terzi su conti esteri, relativi apparentemente a grandissime somme.

Gli autori del reato nel giugno 2019 avevano concordato un vago accordo d’affari per  investimenti immobiliari e/o finanziari con il faccendiere, che garantiva guadagni grazie a movimentazioni speculative di denaro o titoli su piazze bancarie orientali. Guadagni che però non sono arrivati. I due “clienti” a quel punto gli hanno chiesto con modalità estorsiva la consegna di almeno 575mila euro, in parte ottenuti: la Squadra Mobile di Varese ha individuato l’avvenuto versamento di almeno 112mila euro in varie dazioni di cui una nella quota di 100mila euro corrisposta mediante trasferimento di valuta tra istituti di credito da un conto nella disponibilità di una società albanese in affari con la vittima a conti correnti, intestati ad una società italiana ed una spagnola, controllate da G.G.

Sulla base della ricostruzione fatta, la vittima era riuscita ad ottenere la transazione da 100mila euro facendola figurare come compenso per una mediazione fatta tra la società albanese ed una italiana poi (separatamente) coinvolta in un’indagine di altra Procura della Repubblica per una truffa nella fornitura di materiale medicale per affrontare l’emergenza pandemica.

Con la ricostruzione offerta, il Pubblico Ministero ha richiesto l’emissione dell’Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere che il GIP di Busto Arsizio ha accolto e che la Squadra Mobile ha eseguito nella notte tra lunedì e martedì scorso a Torino dopo ulteriore attività di indagine finalizzata al rintraccio in particolare del mandante che si trovava sporadicamente e per pochi giorni in Italia da dove sarebbe subito ripartito alla volta delle Canarie.

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