TORINO

Ossa umane ritrovate durante i lavori di ristrutturazione a Camera

Sul posto ieri sono intervenuti i carabinieri e gli esperti del dipartimento di Medicina Legale

Ossa umane ritrovate durante i lavori di ristrutturazione a Camera
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Alcune ossa umane sono state ritrovate dagli operai che stanno effettuando i lavori di ristrutturazione del palazzo dove ha sede Camera (Centro Italiano di fotografia), in via delle Rosine 18, nel centro di Torino.

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Indagini in corso

Da qualche tempo, davanti all'edificio, è presente un’area di cantiere con lavori di ristrutturazione (in parte interni e in parte esterni) per migliorare l'accessibilità agli spazi del museo, a seguito di un bando con i fondi del Pnrr. Da una settimana erano iniziate le operazioni proprio sulla scala di marmo dove, rimuovendo una lastra, sono stati trovati i frammenti ossei che sembrano appartenere ad un femore umano.

Sul posto ieri sono intervenuti i carabinieri e gli esperti del dipartimento di medicina legale. A breve verranno effettuati degli accertamenti per risalire all’origine e alla datazione dell’osso.

Intanto le attività del Centro continuano durante la settimana dell'arte contemporanea di Torino con la mostra in corso su André Kertész, mentre i lavori sono momentaneamente in stand by come dichiarato dal segretario generale di Camera, Carlo Spinelli, a Prima Torino:

"Al momento i lavori sono stati interrotti per permettere eventuali nuove operazioni da parte dell'ufficio del medico legale e dei carabinieri, contiamo però di riprendere il prima possibile con il cantiere per poter completare il lavoro svolto finora e garantire al più presto una migliore accessibilità a chi è in carrozzina"

Un edificio storico

Il complesso di via delle Rosine, realizzato tra il 1845 e il 1870, un tempo era un convento di suore: il Convento delle suore di San Giuseppe. Qui fu aperta la prima scuola pubblica del Regno di Sardegna. Duemila metri quadrati all’interno del complesso di proprietà dell’Opera Munifica Istruzione denominato Isolato di Santa Pelagia, poi recuperati nel 2015 per realizzare il Centro Italiano per la Fotografia.

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