TORINO

Omicidio Melis, sentenza di primo grado: ergastolo a Luigi Oste

La madre: "Giustizia è fatta"

Omicidio Melis, sentenza di primo grado: ergastolo a Luigi Oste
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"Giustizia è fatta, lui sicuramente è qui con noi che sta guardando"

Sono le parole pronunciate dalla mamma di Massimo Melis nell'aula della Corte d'assiste di Torino, davanti ai microfoni della TGR Piemonte, dopo che è stata pronunciata la condanna in primo grado all'ergastolo nei confronti di Luigi Oste, il barista 62enne ritenuto responsabile dell'omicidio avvenuto un anno fa.

Cosa accadde

La notte del 31 ottobre del 2021, Massimo aveva appena accompagnato a casa l'amica Patrizia (è stata più di una cara amica, in passato i due hanno avuto una relazione e dopo essersi lasciati hanno continuato ad avere un rapporto molto stretto ed amichevole) intorno alle 21, dopo aver fatto la spesa insieme a lei. La saluta e si dirige verso la sua auto e, una volta seduto al posto di guida, si accende una sigaretta. Quest'ultima però il killer non gliel'ha lasciata finire. Nel giro di qualche minuto è stato freddato alla tempia con una pistola un Revolver calibro 38/357 da distanza ravvicinata. Il proiettile ha attraversa la testa del 52enne finendo la sua corsa nella portiera opposta. Il corpo del 52 enne è stato, successivamente, trovato nel tardo pomeriggio di lunedì 1 novembre 2021, dai passati ormai privo di vita all'interno della propria vettura in via San Gottardo a Torino.

Secondo i giudici la notte di Halloween a premere il grilletto è stato proprio il barista di 62 anni (fermato la sera del 5 novembre 2021 con l'accusa di omicidio). Stando alle accuse, Oste non ha mai ammesso la sua gelosia nei confronti del barelliele e si è sempre professato innocente.

Dalle ricostruzioni effettuate dagli inquirenti sarebbe passato più volte davanti alle telecamere di sorveglianza che ne riprendono il percorso di andate e ritorno dal suo bar fino in via Gottardo. Questi passaggi, nel corso dell'udienza, sono stati mostrati ai presenti in sala per far capire quanto davvero accaduto quel tragico giorno, nella periferia di Torino. Gli investigatori hanno, inoltre, ritrovato durante il corso delle prime indagini delle chat nel telefono della vittima in cui sono emersi minacce e avvertimenti.

Chi è Luigi Oste

Come dicevamo è un barista 63enne (che in passato ha avuto anche dei precedenti penali per reati contro il patrimonio e spaccio di stupefacenti) respinto pochi mesi prima dell'omicidio da Patrizia. L'uomo vedeva probabimente in Massimo un rivale da eliminare. Si scopre così che lui, già nel mese di giugno, aveva iniziato a corteggiare la donna, con molta (forse troppa) insistenza.

La richiesta dei pm

La giudice Alessandra Salvadori ha accolto la richiesta formulata dai pm Chiara Canepa ed Emilio Gatti, per i quali l'imputato avrebbe ucciso lui per punire lei, Patrizia Cataldo, per averlo rifiutato.

Una sentenza che recepisce tutte le richieste della parte civile, che accoglie con soddisfazione il risultato processuale, anche se nulla potrà riportare in vita Massimo Melis. L'avvocato di Oste ha già fatto sapere che dopo la pubblicazione della sentenza presenterà appello.

 

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