Omicidio Hamza Moutik: dietro alla sua morte il possibile movente della vendetta per uno stupro subito
Le indagini propendono per un killer minorenne e un debito di droga da estinguere con un atto sessuale
Emergono nuovi inquietanti dettagli sull'omicidio di Hamza Moutik, il giovane marocchino di 26 anni pugnalato venerdì sera, 23 agosto 2024, in corso Giulio Cesare 25 a Torino. Il 26enne è morto nella serata di domenica, dopo essere stato ricoverato per due giorni all'ospedale Giovanni Bosco. Troppo gravi le ferite inferte al cuore e al polmone.
La pista dello stupro subito
Una delle piste che la Squadra mobile, coordinata dalla procura, sta seguendo per risolvere il caso è quella della vendetta. L'assassino non sarebbe un adulto, ma un ragazzino. Questo è quello che è emerso dalla visione delle telecamere di videosorveglianza della zona, del killer però non c'è più traccia.
Quel che è sicuro è che Hamza Moutik era uno spacciatore con diversi precedenti alle spalle. Nel quartiere Aurora vendeva cocaina e altri stupefacenti.
Hamza potrebbe aver venduto la droga anche al suo assassino.
La vittima che si trasforma in carnefice
Dalle indagini è emerso che qualche giorno prima dell'omicidio, la vittima avrebbe incontrato il suo assassino a casa. Qui, la richiesta di un rapporto sessuale potrebbe essere il modo con cui il minorenne, attirato a casa dello spacciatore, avrebbe dovuto estinguere un debito di droga.
Che un suo no possa essersi degenerato nel conseguente stupro?
Seguendo questa traccia, la vergogna per il torto subito potrebbe essersi trasformata presto in desiderio di punire con la morte.
Hamza Moutik viene quindi pugnalato in strada, sotto un ponteggio. Lo stesso ponteggio che compare come immagine del suo profilo su Facebook.
Sebbene al momento sia questa l'ipotesi per la quale si propende, non si escludono ancora altre motivazioni dietro all'assassinio del 26enne.