Omicidio a Torino: freddato in auto dopo aver accompagnato a casa un'amica
Massimo Melis, dipendente della Croce Verde, aveva 52 anni. E' stato ucciso con un solo colpo di pistola sparato alla tempia.
Omicidio a Torino: Massimo Melis, dipendente della Croce Verde, giustiziato con un colpo di pistola alla tempia dopo aver accompagnato a casa un'amica.
Omicidio a Torino: giustiziato in auto
Una vera e propria esecuzione. Un colpo solo da distanza ravvicinata, sparato alla tempia con una pistola di grosso calibro. E' così che è stato ucciso Massimo Melis, 52 anni, dipendente della Croce Verde di Torino. Una fine terribile a cui nessuno ancora ha dato un perchè.
A volte capita l’inaspettato, sì a volte capita di ricevere quel messaggio che mai e poi mai ti saresti aspettato di ricevere. Ed è li che ti chiedi il perché Dio si porta con sè sempre i più buoni, ti domandi il perché essi devono andare via, ti domandi cosa c’è di sbagliato ad essere un ottima persona se poi tutto ciò che sei svanisce in un niente ?
Beh, non avremo mai le risposte …
Scrive su Facebook Davide Castiello. Massimo era un ragazzo d'oro, come lo descrivono i colleghi, che si dedicava completamente agli altri e che se ne è andato in un modo brutale.
Ucciso parecchie ore prima del ritrovamento?
Il suo corpo senza vita, all'interno della sua auto, è stato notato nel pomeriggio di lunedì 1 novembre 2021 da un passante. Ma dagli accertamenti del medico legale sembra che l'omicidio risalga a parecchie ore prima.
Stando a quanto ricostruito dalla Squadra Mobile della Polizia che sta conducendo le indagini, coordinata dalla pm Chiara Canepa, Massimo aveva appena accompagnato a casa un'amica. Dopo averla salutata si è diretto verso l'auto. Una volta seduto al posto di guida si è acceso una sigaretta. Sigaretta che il killer non gli ha lasciato il tempo di finire. Lo stava già aspettando?
Ecco il punto dove è stato ritrovato il corpo:
Il movente
In quella zona di Barriera di Milano, in via San Gottardo, non ci sono telecamere che possano aver ripreso l'omicidio. Ancora ignoto anche il movente. Diverse le piste seguite dagli inquirenti: dall'aggressione per rapina, che però non trova conferma dal fatto che il portafoglio e il cellulare fossero nell'abitacolo della vettura, al regolamento di conti (si ma quali?) fino al movente passionale.
Massimo aveva raccontato a qualche amico di avere una relazione altalenante con la donna che aveva appena riaccompagnato a casa. Sarà lei, forse, a chiarire alcuni particolari, dopo essere stata ascoltata in Questura.
Perchè?
Certo è, che non dimenticheremo mai il buono che queste persone hanno saputo offrirci.
Non dimenticheremo mai le risate ed i momenti di follia con queste persone.
No non ti dimenticheremo!! Max rimarrà con noi, fingeremo che non sei mai andato via !!, continua Davide Castiello su Facebook.
Massimo non si era mai sposato e abitava ancora con la madre in una palazzina popolare di via Desana. E anche la mamma, chiusa nel suo dolore, sicuramente si chiede: perchè?
(Foto di copertina: Cronaca Qui)