Rinnovato l’accordo

Nuovo «patto» per trasformare Askatasuna

L'opposizione ha fatto sentire la propria voce: «Una vergogna per Torino». E si prospetta un ricorso al Tar

Nuovo «patto» per trasformare Askatasuna
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Un nuovo patto per la trasformazione dello storico centro sociale Askatsasuna con l'obiettivo di renderlo un “Bene comune” per la città. È stato rinnovato l'accordo per la conversione dell'ex centro sociale Askatasuna attraverso un nuovo patto di collaborazione. Il progetto, approvato la scorsa settimana, sarà gestito per i prossimi cinque anni da un "gruppo spontaneo di cittadini", e rappresenta un significativo cambiamento per lo storico edificio di corso Regina Margherita nel quartiere Vanchiglia di Torino.

Nuovo «patto» per trasformare Askatasuna

Oltre ai promotori dell'iniziativa (fra cui due personaggi noti, come lo psichiatra Ugo Zamburru e il musicista Max Casacci dei Subsonica) il nuovo accordo include due associazioni sportive strettamente legate al centro sociale: l'asd Aurora Vanchiglia e l'asd Dopolavoro 47. L'intesa, estesa a cinque anni, comprende ora anche il piano terra dell'ex asilo e il cortile, segnando un passo concreto verso la trasformazione della struttura. Il nuovo patto stabilisce quali attività possono svolgersi e quali spazi possono essere utilizzati, tenendo conto di alcune limitazioni. L'accesso è consentito solo al piano terreno, mentre un'ordinanza impedisce l'utilizzo di uno degli ingressi e della scala "delle classi", compresi i pianerottoli.  Ma prima sarà necessario realizzare alcuni lavori di ristrutturazione. La manutenzione ordinaria e straordinaria sarà a carico dei firmatari dell'accordo. Gli interventi al piano terra comprenderanno la messa a norma dei locali, l'adeguamento dei servizi igienici, degli impianti elettrici e delle uscite di sicurezza. Secondo quanto comunicato dall'asd Aurora Vanchiglia, i lavori, stimati in almeno 100mila euro, saranno finanziati attraverso crowdfunding e iniziative come concerti o altre iniziative simili.

Il progetto su due livelli

Il progetto si svilupperà in due fasi: completati i lavori e ottenute le necessarie autorizzazioni, potranno iniziare le attività programmate. Tra le iniziative previste figurano: eventi culturali (anche su temi di attualità e politici), doposcuola e cineforum. Inoltre: la realizzazione di un'aula studio, il supporto psicologico per la salute mentale e i disturbi alimentari, una palestra popolare con corsi gratuiti, uno studio di registrazione e un laboratorio artistico. Infine è in programma anche l'apertura del cortile per le attività del vicino asilo nido.
Per monitorare le attività è stata istituita una "cabina di regia" che vedrà anche rappresentanti del Comune e della Circoscrizione 7. Il progetto è stato avviato, ed è stata anche accolta la richiesta del Consiglio Comunale di inserire nel regolamento dei “Beni Comuni” il ripudio di ogni forma di violenza e razzismo. Non tutti però sono d'accordo. L'opposizione ha fatto sentire la propria voce, non risparmiando dure critiche al nuovo piano, definito senza mezzi termini: «Una vergogna per Torino». E si prospetta anche un ricorso al Tar. In particolare, l'assessore regionale Maurizio Marrone ha fortemente contestato la decisione, sottolineando che la normativa regionale sui Beni Comuni vieta accordi di collaborazione su edifici che siano stati occupati illegalmente nei cinque anni precedenti. «È gravissimo - ha dichiarato Marrone - che la giunta comunale abbia approvato la deliberazione senza neanche aspettare l’imminente sentenza sul processo di associazione a delinquere che vede coinvolti i leader di Askatasuna, e lo abbia fatto nel giorno in cui vengono rese note le intimidazioni delle sigle più contigue all’eversione contro il procuratore generale Lucia Musti, proprio a causa della sua ferma presa di posizione contro il centro sociale. La nostra azione legale diventa così anche una espressione di concreta solidarietà della Regione Piemonte alla Procura minacciata».

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