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Nubifragio nel Torinese, strade trasformate in fiumi di grandine e agricoltura in ginocchio

A Santena lo strato di grandine ha raggiunto i 40 centimetri

Nubifragio nel Torinese, strade trasformate in fiumi di grandine e agricoltura in ginocchio
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Grandinata record nella zona sud-orientale di Torino, dove le strade si sono imbiancate: disagi alla circolazione e danni nelle campagne.

Grandinata record nel Torinese

Un'improvvisa e violenta grandinata si è abbattuta nel primo pomeriggio di mercoledì 22 febbraio 2024, nella zona sud-orientale della provincia di Torino. Le località maggiormente colpite sono state Santena, Cambiano, Moncalieri e Trofarello, dove le strade si sono rapidamente trasformate in fiumi di grandine, causando anche particolari disagi alla circolazione.

Nei video diffusi dal profilo Facebook di Centro Meteo Piemonte, si possono osservare chiaramente le criticità provocate dall'eccezionale evento atmosferico. Le conseguenze sono state particolarmente gravi per la circolazione automobilistica. A Santena, sull'ex statale 29 in direzione della zona industriale, si è verificato un incidente sotto un cavalcavia, causato dalle auto che si sono fermate improvvisamente per evitare la grandine.

Il traffico è rimasto paralizzato sia sul raccordo di Moncalieri che sull'autostrada Torino-Piacenza, nel tratto compreso tra Santena e Villanova d'Asti, sempre a causa della violenta grandinata. In particolare, nel centro cittadino di Santena, le auto sono rimaste bloccate sotto uno spesso strato di grandine, che ha raggiunto circa 40 centimetri.

Grandine a Santena

Anche a Moncalieri, in strada Vivero, e nella zona Fontaneto a Chieri, diversi veicoli sono rimasti intrappolati nei sottopassi a causa dell'abbondante grandine. La situazione ha richiesto l'intervento immediato delle autorità per gestire il traffico e liberare i veicoli bloccati.

Danni nelle campagne

La violenta grandinata ha causato anche danni nella campagne. A segnarlo è Coldiretti. Tra le colture più colpite il grano, che proprio in questi giorni è in fioritura con gli altri cereali vernini come farro e orzo; il mais, che dopo la semina stenta a crescere visti i continui sbalzi di temperatura e soprattutto gli allagamenti dei campi; i prati stabili, che ormai sono pronti allo sfalcio del fieno maggenco, ma gli agricoltori non riescono a raccogliere questo prezioso alimento per i bovini perché è impossibile entrare con i mezzi agricoli nei prati impregnati e trasudanti acqua.

Il grano ha ormai la spiga formata che deve essere ancora fecondata dall’impollinazione e il fusto già alto: la tempesta di vento, la grandine e il forte peso di acqua alletta le piante che poi rischiano di interrompere la crescita e di marcire al contatto con il suolo. Un po’ la stessa cosa avviene per le erbe mature, fiorite e già al massimo dello sviluppo. Invece, le giovani piantine di mais vengono soffocate dall’acqua non più assorbita dal terreno o spezzate dal peso dei chicchi di grandine. La stessa grandine che si accumula intorno ai fusti e sul terreno sopra le radici ancora giovani crea un microclima invernale che può aggiungere lesioni dei tessuti tipiche del gelo.

Danni si segnalano anche sulle ciliegie ormai praticamente mature e sulle orticole come gli zucchini in pieno campo e soprattutto agli asparagi che sono ancora in piena stagione di raccolto.

«Si ripete il copione del 2023 – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – Quando abbiamo visto le grandinate sui nostri campi già nei mesi primaverili. Per le nostre zone, i temporali con grandine erano episodi non frequenti e confinati nei mesi tardo estivi. Da due anni rappresentano un flagello con una frequenza martellante, con un’estensione sempre più vasta dei singoli fenomeni e una quantità di grandine e una forza dei venti che prima erano considerati eccezionali ma ora stanno diventando la normalità in questo clima ormai praticamente tropicalizzato».

La grandine nei campi
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