Neonazisti torinesi nei guai: in due nella rete della Digos
L'indagine è a livello nazionale; il simbolo del sodalizio è mutuato dalle Waffen Ss; l'antisemitismo e i contatti con i gruppi armati dell'Ucraina.
Neonazisti torinesi nei guai: due persone residenti nella Città della Mole risultano indagate per aver aderito al gruppo "Ordine di Hagal".
Teorie antisemite e No Vax
Si tratta di un sodalizio, con anche un sito Internet ufficiale, che diffonde messaggi e teorie antisemite e si rifà essenzialmente al nazionalsocialismo. Lo stesso simbolo scelto, una specie di asterisco, è proprio quello di una Divisione delle Waffen SS (la "Nord" ovvero il primo nucleo alpino dei volontari hitleriani). Durante la Seconda Guerra Mondiale moltissimi volontari si arruolarono in queste formazioni para-militari naziste attirate dagli iniziali successi militari della Germania e dal fascino di un'uniforme che incuteva timore.
Ebbene i neonazisti odierni hanno scelto proprio quel simbolo per continuare in un solco che la Storia ha già condannato. L'indaguine è a livello italiano e parte dalla Procura di Napoli: sono state perquisite alcune abitazioni nella giornata di ieri, martedì 19 ottobre 2021, di appartenenti al gruppo suprematista bianco. Le accuse sono apologia del fascismo, negazionismo della Shoah, incitazione all’odio razziale e all’antisemitismo.
L'addestramento paramilitare
Preoccupa gli inquirenti soprattutto una “costante attività di addestramento paramilitare”. Ovvero gli adepti, oltre alla teoria delle idee, praticavano anche in concreto l'addestramento militare (forse per preparare qualche azione dimostrativa o violenta). Oltre all'aspetto politico, però, ce n'è anche uno legato strettamente all'attualità sanitaria: il gruppo era anche noto come dichiaratamente negazionista, No Vax e fabbricatore di fake news. Sul sito ufficiale di Hagal il vaccino è definito così: "Non è un vaccino ma una terapia genica sperimentale che modifica il dna in maniera irreversibile e perpetua”. Ma la matrice anti-ebraica rimane il marchio più evidente di Hagal.
Ecco un passaggio di quanto pubblicato sul sito ufficiale del sodalizio neonazista:
"E’ il momento di rimboccarsi le maniche e prendere atto di chi odia chi. (...) Il numero di 6 milioni è solo un numero della kabala ebraica e uno straordinario raggiro ed alibi per poter dominare senza ostacoli la cultura e l’economia mondiale grazie ad essa. D’altra parte lo scriveva anche, ad esempio, nel 1934 Samuel Roth ebreo anche lui. Non esiste un solo esempio in cui gli ebrei non abbiano meritato appieno l’amaro frutto della furia dei loro persecutori. Arrivano nelle nazioni pretendendo di sfuggire a una persecuzione, ma sono i persecutori più letali che esistano negli annali della storia".
Durissimi gli attacchi anche alla categoria dei giornalisti, tutti più o meno arruolabili sotto la categoria del "sionismo".
Il carcere e le multe salatissime
Sia come sia, questi due torinesi di cui non vengono rese note le generalità ora rischiano grosso: fino a quattro anni di carcere e fino a 6.000 euro di multa in sede penale. Qualora però in fase processuale si costituiscano parti civili (ad esempio la comunità ebraica o qualche associazione di immigrati) potrebbe scattare un obbligo di risarcimento economico ben più cospicuo. Indagano comunque ancora la Digos di Napoli e l'Ucigos di Roma, per appurare meglio anche i contatti di questi neonazisti italiani con i sodalizi armati ucraini "Battaglione Azov" e "Misantropic Division".
Staremo a vedere dunque quali saranno gli sviluppi della notizia relativa ai due neonazisti torinesi indagati dalla Digos.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE: 200 nuovi carabinieri giurano alla "Cernaia"