TORINO SUD

‘Ndrangheta a Torino, operazione “Factotum”: arrestate 6 persone (tra cui un boss di Moncalieri)

I militari hanno lavorato a lungo, con pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, per indagare a tutto campo e ottenere tutte le prove del caso

‘Ndrangheta a Torino, operazione “Factotum”: arrestate 6 persone (tra cui un boss di Moncalieri)
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La Guardia di Finanza di Torino, ha arrestato sei persone per reati di associazione di tipo mafioso, ricettazione, estorsione aggravata dal metodo mafioso nonché detenzione illegale di armi.

Tra questi c'è anche il boss di Moncalieri, Francesco D'Onofrio, poco più di 60 anni, originario di Mileto (Vibo Valentia), già implicato nell'inchiesta 'Minotauro', riguardante  l'insediamento della 'ndrangheta nel Torinese e in Piemonte, ex militante di Prima Linea condannato per banda armata. Un pentito nel 2019 lo aveva definito "ministro" della 'ndrangheta in Piemonte.

 

Le indagini

I militari hanno lavorato a lungo, con pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, per indagare a tutto campo e ottenere tutte le prove del caso. Le stesse sono state avviate nel quadro delle risultanze di pregresse attività investigative (in particolare le operazioni “Carminius” e “Fenice”), che, nel corso del 2019, hanno consentito di disarticolare un'associazione ‘ndranghetista di matrice vibonese attiva in provincia di Torino.

Dalle indagini, è emerso il sodalizio di tipo mafioso, radicato nella provincia torinese (in particolare nel carmagnolese), il quale ha commesso una pluralità di delitti e ha acquisito (in modo diretto, mediante intestazione fittizia di società e imprese artigiane, e indiretto, attraverso servizi di “protezione” e “recupero crediti”, intermediazione di manodopera e ingerenza nei rapporti tra imprese del settore edile, operai, sindacati di categoria e cassa edile) il controllo di attività economiche nel settore edilizio, immobiliare, dei trasporti e della ristorazione.

Sempre le indagini hanno fatto emergere la rilevanza del ruolo svolto, ai fini dell’operatività dell’associazione, di un membro eletto nella locale segreteria di una sigla sindacale del settore edilizio, settore di specifico interesse della consorteria.

Quest'ultimo risulta aver esercitato il proprio ruolo anche sovraintendendo alle attività dei partecipi del sodalizio carmagnolese nel settore dell’edilizia, e poi aver assicurato i sostentamenti finanziari per le spese legali degli associati e le loro famiglie.

Il supporto e protezione ad imprenditori

Dalle indagini è inoltre emerso che l’organizzazione in questione, grazie all’opera di due ulteriori destinatari del fermo, ha fornito sul territorio di Carmagnola protezione a imprenditori nel corso di dissidi con altri operatori economici. Tale servizio di protezione veniva remunerato con somme di denaro riscosse e successivamente destinate agli associati.

Emblematica, ai fini della descrizione del modus operandi dei soggetti coinvolti nelle indagini, è la figura di un ulteriore sodale, affiliato alla ‘ndrangheta sin dal 2003 (per questo già giudicato), che non solo ha favorito lo scambio di comunicazioni inerenti all’attività del gruppo criminale, organizzando incontri con altri appartenenti, ma ha anche concordato con altri sodali, citati quali testimoni in udienze per un processo riguardante delitti di matrice ‘ndranghetista, termini e modi per rendere falsa testimonianza, al fine di screditare un collaboratore di giustizia.

Costui, in un caso specifico, con minaccia consistita nel far valere la propria appartenenza all’organizzazione, ha costretto un soggetto estorto a consegnargli beni preziosi (bracciali in oro e simili), per un valore complessivo di circa 20mila euro.

Destinatario del fermo è anche un soggetto attualmente detenuto in carcere per essere stato giudicato in via definitiva per avere fatto parte nel recente della ‘ndrangheta piemontese. Costui oltre a partecipare agli incontri tra i membri dell’organizzazione della ‘ndrangheta del Piemonte e a risultare protagonista di vicende estorsive, si è adoperato anche per fornire sostegno finanziario e assistenza logistica a favore del latitante Pasquale Bonavota, ritenuto appartenente di spicco dell’omonima cosca del vibonese.

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