Morto dimenticato da un anno nel ripostiglio degli attrezzi: tre denunce ai Servizi cimiteriali
Operazione a livello nazionale dei Carabinieri (Nas). Ispezionati 375 obitori e camere mortuarie di ospedali, 23 le persone denunciate all'Autorità giudiziaria.
Avevano dimenticato un morto (da più di un anno) nel ripostiglio degli attrezzi: denunciati il titolare e due dipendenti della cooperativa appaltatrice dei servizi cimiteriali di San Mauro Torinese. L'incredibile vicenda, al limite fra horror e grottesco, è venuta a galla solo per caso durante un controllo che i Carabinieri del Nas hanno effettuato in moltissimi obitori di tutta l'Italia.
375 gli obitori ispezionati
Durante l'operazione sono stati ispezionati ben 375 tra obitori e camere mortuarie sia comunali che interni alle strutture ospedaliere, nonché analoghe aree adibite al commiato, riconducibili ad imprese funebri private e relativi servizi cimiteriali, rilevando irregolarità in 85 di questi. Complessivamente sono stati denunciate 23 persone e segnalati alle competenti Autorità amministrative ulteriori 78 soggetti, tra dirigenti di strutture sanitarie ed ospedaliere nonché titolari di imprese funebri private. Le irregolarità riscontrate riguardano violazioni della disciplina sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, inosservanza degli obblighi della normativa anti Covid e delle leggi regionali e di polizia mortuaria; sono quindi state elevate ben 102 sanzioni (sia penali che amministrative).
Il cadavere "dimenticato"
L'unico caso di irregolarità rilevato in Piemonte è appunto quello di San Mauro, dove i militari agli ordini del maggiore Francesco Giangreco hanno denunciato a piede libero il titolare e due dipendenti di una società cooperativa che gestisce i servizi cimiteriali. Secondo l'accusa sarebbero responsabili dei reati di vilipendio di cadavere e falso in atto pubblico per aver abbandonato, in un deposito degli attrezzi, i resti umani di un uomo morto nel 1992. Il cadavere era stato riesumato nel 2019, come prevede la legge, ma poi abbandonato nello sgabuzzino insieme ad attrezzi e paccottiglia varia come se niente fosse. Inoltre, sempre stando alle spiegazioni del maggiore Giangreco, sarebbe stata formalizzata una falsa tumulazione che in realtà non c'è mai stata. Insomma, alla fine il cadavere era rimasto lì quasi dimenticato, seppur chiuso in una cassa di zinco. Oltre a San Mauro, nella stessa operazione i Nas hanno riscontrato gravi violazioni anche a Bologna, Lecce, Pescara, Palermo e Latina.