Morte di Gianluca Vialli: il legame con Torino
La squadra bianconera lo ha salutato così sui social: "Ciao Gianluca"
La morte di Gianluca Vialli, avvenuta ieri 6 gennaio 2023, a causa di un tumore al pancreas, ha scosso moltissimo l'Italia e in particolare Torino, dove ha sede una delle squadre di calcio più forti al mondo: la Juventus.
La squadra bianconera lo ha salutato così sui social:
"Ciao Gianluca"
Il saluto è stato corredato da una foto dell'ex calciatore che alza al cielo la Champions League, dopo la vittoria nella finalissima del maggio 1996 contro l'Ajax.
Il legame con Torino e il Piemonte
Come detto, Gianlunca ha lasciato un segno indelebile nella città sabauda, grazie al suo servizio prestato alla Juventus.
Ripercorrendo i fatti, al termine della stagione 1991-1992, Vialli si trasferisce alla Juventus: per acquistarlo, la società piemontese cede alla Sampdoria i cartellini di quattro giocatori (Mauro Bertarelli, Eugenio Corini, Michele Serena e Nicola Zanini) aggiungendovi un conguaglio economico,per un costo totale stimato in circa 40 miliardi di lire, all'epoca la cifra più alta mai spesa al mondo per un calciatore. Il centravanti va a collocarsi in un reparto offensivo che vede la presenza, tra gli altri, di Roberto Baggio e Fabrizio Ravanelli, e che a partire dalla stagione successiva si avvarrà anche dell'emergente Alessandro Del Piero.
L'esperienza torinese di Vialli si rivela divisa in due nette e diverse fasi. Nel biennio iniziale, agli ordini di Giovanni Trapattoni, pur vincendo la Coppa UEFA 1992-1993 l'attaccante accusa qualche difficoltà di ambientamento a cui si sommano numerosi infortuni nonché equivoci tattici: costretto a frequenti ripiegamenti difensivi, risulta poco lucido sotto porta e non trova con Baggio — che pure aveva caldeggiato il suo trasferimento in Piemonte — lo stesso affiatamento avuto alla Sampdoria con Mancini.
Dalla stagione 1994-1995, rigenerato fisicamente e mentalmente dal nuovo tecnico Marcello Lippi il quale ne fa il fulcro dell'attacco bianconero, Vialli emerge invece come il leader della formazione torinese, complice la lunga lontananza dai campi in cui incappa l'infortunato Baggio. Al termine dell'annata conquista il secondo Scudetto e la quarta Coppa Italia della propria carriera.