Morte del detenuto del Gaudio, tre agenti della polizia penitenziaria condannati per omicidio colposo e falso
Il 65enne si trovava nel carcere Lo Russo e Cotugno per scontare una pena per omicidio
Tre agenti della polizia penitenziaria di Torino, sono stati condannati (dal giudice Rosanna La Rosa) a otto e nove mesi di carcere per omicidio colposo e falso, in quanto ritenuti responsabili della morte di Roberto del Gaudio, il 65enne che il 18 agosto 2019 ha ucciso a colpi di sgorbia la moglie Brigida De Maio, nell'appartamento in cui abitavano in corso Orbassano 255, nel quartiere Santa Rita.
La morte in carcere
L'uomo, il 10 novembre del 2019, si è tolto la vita nel carcere Lorusso e Cutugno, impiccandosi al finestrino della cella in cui era detenuto, grazie ad un cappio creato con i pantaloni del pigiama. Nessuno però dei tre agenti in servizio nel penitenziario si accorse di tutto ciò, nonostante ci fossero i monitor che puntavano sulle celle della sezione in cui si trovavano i detenuti a rischio.
La ricostruzione
Secondo la ricostruzione dei pm Giulia Marchetti e Francesco Pelosi, tra il momento in cui Del Gaudio si impiccò in cella e l'intervento degli agenti, passarono ben 13 minuti. Sempre per l'accusa gli agenti in quei momenti stavano guardando la partita Juventus-Milan.
Per la difesa dei tre agenti, invece, la tesi sostenuta e portata avanti nel tempo, è che si era rotto lo schermo di controllo che le guardie utilizzavano per controllare i detenuti e che gli agenti erano state richiamate da un detenuto che stava creando problemi, ma di questo intervento non ci sono prove.