Minimarket chiusi e via Bava deserta il sabato sera: ma il problema della movida in Vanchiglia persiste
Il rumore nella vicina via Matteo Pescatore è praticamente assordante e l'aria che si respira, tra fumi vari, non è delle più distese
Sabato sera, ore 23.30, via Bava deserta. Uno spettacolo del genere non si vedeva dal Covid. Invece siamo nel 2024 e una delle vie più congestionate per il fenomeno della movida è vuota, pulita, quasi surreale.
Stretta sui minimarket
E' il primo effetto della stretta sui minimarket che prevede la chiusura anticipata dei negozietti che i giovani torinesi chiamano anche "Bangla", aperti 24 ore su 24 come un supermercato, e ad una certa ora della notte, soprattutto nei quartieri della movida, luoghi di "incontro", alla pari di locali e pub.
Un timido risultato, quello di sabato sera scorso, conseguenza di un provvedimento comunale, in Vanchiglia, uno dei quartieri più difficili per quanto riguarda la movida che da anni è fuori controllo con pesanti conseguenze sulla vita dei residenti: dall'inquinamento acustico alla microcriminalità dilagante.
Ma l'effetto di questa prima risposta alle sollecitazioni fatte in merito al problema dei minimarket non rassicura per niente i residenti.
In effetti la sensazione è simile a quando in casa si nasconde il disordine in un unico cassetto. Il cassetto in questo caso è una traversa di via Bava, via Matteo Pescatore. Qui si riversa una vera e propria fiumana di ragazzini attirati da tre locali particolarmente economici con offerte "allettanti", una sorta di discount di superalcolici venduti a non importa chi.
Il rumore è praticamente assordante e l'aria che si respira, densa di vari fumi, non è delle più distese.
La presenza di spacciatori, anche minorenni, è evidente, il tasso alcolico è alto. Così come una tensione latente, la sensazione che qualcosa di brutto possa capitare da un momento all'altro.
ECCO COSA ABBIAMO VISTO COI NOSTRI OCCHI:
Simonetta Chierici: "Noi qui, abbiamo paura"
A distanza di un paio di giorni dal nostro sopralluogo ne parliamo con Simonetta Chierici residente in via Bava e battagliera da ormai 20 anni di chi abita il quartiere in quell'isolato che è praticamente a due passi dal salotto principale di Torino: piazza Vittorio Veneto.
Simonetta al telefono ci conferma la sensazione avuta sabato sera in via Bava e in via Matteo Pescatore:
"In via Matteo Pescatore ci sono centinaia di minorenni alcuni piccolissimi, molti italiani ma anche molti maghrebini. I più piccoli sono bambini e spesso si occupano al posto di spacciatori molto più grandi di loro di effettuare le consegne ai clienti in monopattino.
La situazione in quella via è completamente fuori controllo. Dalle 22 in poi il flusso di ragazzi e ragazzini è crescente e senza soluzione di continuità, centinaia di minorenni, adolescenti e giovani maghrebini e italiani si recano verso i tre locali di via Matteo Perscatore che si trovano fra via Eusebio Bava e Lungo Po Cadorna.
I piccoli frequentatori si sentono forti nel gruppo e sono sfrontati, ogni tanto ci sono risse con urla e bottiglie spaccate. Nelle migliori delle ipotesi, alcuni quasi con sprezzo, ostruiscono i portoni, spesso esibiscono coltelli.Noi residenti la sera abbiamo paura ad uscire e viviamo barricati nelle nostre case, persino gli amici non hanno più piacere a venire a trovarci."