TORINO

Migranti, il prossimo 30 settembre chiude il Cpr di via Traves

Era stato aperto questa estate (gestito dalla Croce rossa per conto della Prefettura), per fronteggiare l'emergenza immigrazione

Migranti, il prossimo 30 settembre chiude il Cpr di via Traves
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La questione migranti sta diventando sempre più un tema caldo a livello politico non solo a livello nazionale ma anche locale, soprattutto per via della sua difficile gestione lungo tutto lo stivale.

La nuova misura nel decreto Sud

Come fa sapere News Prima, nel Cdm di lunedì 18 settembre 2023, attraverso una misura inserita nel decreto Sud alla Camera, è scattato il via libera alla nuova strategia: nel giro di due mesi, assicurano fonti dell’esecutivo, i Cpr (Centro di Permanenza per il Rimpatrio) saranno almeno uno per regione: ad oggi sono 12 quelle sprovviste sul territorio italiano e saranno considerati di interesse nazionale per la sicurezza, selezionati tra le caserme dismesse in località scarsamente popolate, facilmente recintabili e sorvegliabili.

E’ stato inoltre deliberato di estendere a 18 mesi (6 mesi iniziali, seguiti da proroghe trimestrali) il limite massimo di permanenza nei Cpr degli stranieri non richiedenti asilo. Per i richiedenti asilo il limite è 12 mesi.

A oggi in realtà i Cpr sono presenti in sette Regioni e sono nove (perché Torino è inutilizzabile)

  • Bari e Brindisi in Puglia
  • Trapani e Caltanissetta in Sicilia
  • Roma nel Lazio
  • Potenza in Basilicata
  • Gradisca d'Isonzo in Friuli Venezia Giulia
  • Milano in Lombardia
  • Macomer in Sardegna

Tra gli obiettivi c’è anche ristrutturare le strutture esistenti per recuperare tutti i posti.  All’appello dunque mancano ancora 12 Regioni: Veneto, Campania, Emilia-Romagna, Toscana, Calabria, Liguria, Marche, Abruzzo, Trentino-Alto Adige, Umbria, Molise e Val d’Aosta. Qui dovrebbero sorgere i Cpr, con un raddoppio per la Lombardia. Totale 22, massimo, 23. Sarebbero costruiti "in zone scarsamente popolate e facilmente sorvegliabili", probabilmente in ex caserme, carceri, aeroporti dismessi.

L’allestimento sarà affidato al Genio militare, il presidio alla polizia. I servizi saranno dati tramite bando ai privati, responsabili del rapporto con i migranti trattenuti e del funzionamento del centro. Nell’ultima manovra stanziati 42,5 milioni in tre anni.

Il ministro Piantedosi non ha dubbi:

“Dobbiamo garantire un maggior numero di espulsioni: ce lo chiede l’Europa. Nessuna violazione di diritti, la possibilità di portare a 18 mesi il trattenimento è prevista dalla normativa europea. Ci sono già 10 Cpr, uno è in manutenzione (619 posti in funzione su 1.338 potenziali ndr), introdotti con la legge Turco-Napolitano”.

Il 30 chiude il Cpr di via Traves

Il prossimo 30 settembre dovrebbe chiudere il Cpr di via Traves (periferia nord-ovest) a Torino che era stato aperto questa estate (gestito dalla Croce rossa per conto della Prefettura), per fronteggiare l'emergenza. Una toppa "estiva" che però non basta a rendere la situazione più tranquilla e gestibile in questi ultimi giorni di settembre dato l'aumento degli sbarchi sulle coste italiane.

A complicare le cose ora è anche l'arrivo della stagione fredda, in quanto il Cpr veniva usato dai senzatetto nella scorsa stagione (grazie al piano anti-freddo del Comune) e che ora dovrà tornare nelle mani dell'ente proprio per il medesimo scopo.

“Questa mattina sono arrivate altre centocinquanta persone su tre bus, adesso siamo a 450 persone. Qual è la capienza massima? Centoquaranta. Mediamente in origine rimanevano qualche giorno, nella situazione attuale si fermano anche due tre settimane”. Così il coordinatore Manlio Nochi spiega alla TGR Piemonte.

A fine agosto si stavano valutando due aree di proprietà del Demanio militare, a cominciare dall’ex caserma Mardichi di via Bologna a Torino (da anni in stato di completo abbandono, a cavallo tra Regio Parco e Barriera) e all'ex poligono della Vauda a San Maurizio Canavese.

Rispetto al CPR di via Traves si vorrebbero creare due centri con una capacità totale di accoglienza raddoppiata rispetto a oggi, arrivando a ospitare fra le 300 e 400 persone. 

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