il processo

"Gogna scolastica" per maestra vittima di Revenge porn: chiesti 14 mesi per la preside e 12 mesi per la madre di uno dei bambini

La dirigente scolastica è accusata di violenza privata e diffamazione.

"Gogna scolastica" per maestra vittima di Revenge porn: chiesti 14 mesi per la preside e 12 mesi per la madre di uno dei bambini
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Oggi, 14 gennaio 2020, si è svolto il processo alla preside (accusata di violenza privata e diffamazione) e a una madre coinvolta nel caso della maestra vittima di revenge porn.

La versione della preside

La preside, assistita dall'avvocato Valentina Zancan, ha ovviamente una sua versione sulla storia che abbiamo trattato nei mesi scorsi: la maestra d'asilo che aveva inviato delle foto osé al fidanzato che divulgandole in chat ha creato una catena di messaggi che sono arrivati dritti tra le mani della dirigente scolastica che ha licenziato la giovane.

Ora però, pare che il problema non siano state le foto, ma l'indecisione della maestrina che prima avrebbe dichiarato di volersene andare (contro la volontà della preside) e poi avrebbe cambiato idea. Insomma, un comportamento poco serio secondo la dirigente scolastica che invece di empatizzare con la giovane, indubbiamente traumatizzata, dichiara di essersi sentita presa in giro. Il suo racconto prosegue ricordando il consiglio docenti organizzato il 28 marzo per capire come gestire la situazione che nei racconti della maestra coinciderebbe con il momento più umiliante dell'intera storia: la costrizione alle dimissioni.

I vocali incriminati? Era solo rabbia

Ma su questo la preside è irremovibile e parla di una semplice riunione organizzativa. Certo, parlando di toni aggressivi, non possono non tornare alla memoria quei messaggi vocali in cui lei stessa invitava le altre maestre a far sbagliare la ragazza, così da trovare un pretesto per mandarla via. Su questo la donna minimizza, era solo rabbia, la rabbia di chi si sente presa in giro, per di più l'asilo è d'ispirazione cattolica e molte mamme scandalizzate dalla storia volevano togliere i loro bambini: sarebbe questa la spiegazione dietro ai vocali data al giudice Modestino Villani. Sulla vicenda si attende ora la sentenza. Al termine dell'udienza di oggi il pm Chiara Canepa ha chiesto una condanna a 14 mesi per la direttrice dell'istituto e a 12 mesi per la madre di uno dei bambini che aveva condiviso gli scatti con altre persone.

Anche l'ex fidanzato (che per la vicenda ha ottenuto la messa alla prova) e gli amici del calcetto (che hanno patteggiato) sono stati chiamati a testimoniare avvalendosi però della facoltà di non rispondere. A parlare sono stati invece i familiari della maestra, che si sono costituiti parte civile con gli avvocati Domenico Fragapane e Dario Cutaia e hanno ripercorso i mesi difficilissimi vissuti dalla giovane donna che oltre a perdere il lavoro, ha perso la stima in se stessa e la fiducia nel prossimo.

 

 

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