EPOREDIESE

L'appello di una mamma canavesana che cerca le figlie date in adozione

«Fatemi rivedere le mie figlie».

L'appello di una mamma canavesana che cerca le figlie date in adozione
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L'appello di una mamma residente nell'Eporediese che cerca le figlie date in adozione da più di 20 anni.

L'appello di una mamma canavesana

«Voglio sapere la verità. Perché da un giorno all'altro mi hanno strappato via le mie figlie, dandole in adozione? Perché io e mio figlio ora siamo rimasti da soli». E' lo sfogo di una mamma, Luisa, originaria della Puglia, ma da più di 20 anni residente nell'Eporediese. La donna non si è mai arresa, nonostante le difficoltà. E, quando la maggiore delle due ha compiuto 18 anni, ha cominciato a cercarla lanciando un appello per ritrovare la ragazza.

La storia

Come riporta Prima Canavese, la bambina è nata nei primi anni del 2000. Qualche tempo dopo viene al mondo anche la sua sorellina. Ma ben presto iniziano le prime difficoltà: Luisa, nel frattempo lasciata dal marito, perde il lavoro e intervengono i servizi sociali della zona.

L’allontanamento

E' un giorno come tanti: Luisa accompagna la figlia maggiore alla materna. Per consuetudine, prima di varcare il cancello della scuola fanno colazione in un bar poco distante, e poi si salutano. Luisa non può immaginare che quella sarà l'ultima volta, l'ultima volta ad aver accompagnato la figlia a scuola.

Le accuse infondate

La situazione si ingarbuglia a seguito della segnalazione per presunti maltrattamenti. «Era stata una maestra dell'asilo a riferire questo – racconta Luisa – ma sono state affermazioni non suffragate da alcuna prova».

La casa famiglia

Le figlie vengono affidate ad una comunità protetta. Dove però Luisa può far visita a entrambe. «Andavo a trovarle una volta alla settimana insieme al mio figlio primogenito – ricorda – Contemporaneamente ho seguito le indicazioni avute dagli assistenti sociali e ho anche ricominciato a lavorare». Ma non basta. L’adozione E’ un pomeriggio di settembre quando Luisa si ripresenta alla porta della comunità protetta: ha anche preparato una torta per la figlia maggiore, mentre il primogenito ha dei giochi per l'altra sua sorellina. «Non c'erano più – spiega Luisa – Erano state date in adozione, senza che sapessi nulla».

L’appello

Da quel momento sono ormai trascorsi quasi 10 anni. La figlia maggiore ne ha più di 18 oggi e Luisa vorrebbe poterla riabbracciare.
«L'avvocato al quale mi sono rivolta in questo lungo periodo mi ha detto che non avevo altra scelta, se non aspettare il compimento della maggiore età per poter pubblicare il mio appello – prosegue Luisa – Mi sono già recata in Tribunale a Ivrea, nel Municipio del nostro paese di residenza, e andrò anche all'ospedale dove è nata per recuperare tutta la documentazione necessaria al fine di trovare mia figlia». E taglia corto: «Vorrei sapere come è stato possibile strappare ad una madre le sue figlie, purtroppo ora le insegnanti dell'asilo in servizio allora, il presidente del consorzio dei servizi sociali della zona nominato all'epoca, e anche la casa protetta, non ci sono più e non sono reperibili perché non più in carica». Nel suo appello Luisa chiede l'aiuto di tutti per poter ritrovare la figlia maggiorenne. Di lei ora ha solo le foto, memorizzate sul telefonino.

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