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La rivolta dei detenuti del carcere di Torino diventa virale grazie ai video postati sui social

Ma a tutti sorge una domanda lecita: come mai i detenuti avevano gli smartphone? Non dovrebbe essere vietato?

La rivolta dei detenuti del carcere di Torino diventa virale grazie ai video postati sui social
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Musica neomelodica e fuoco nel corridoio della dodicesima sezione del padiglione C del carcere di Torino.

I video su TikTok

E' quanto si vede in uno dei video caricati su TikTok dai detenuti che sabato 13 luglio 2024 hanno protestato per le condizioni all'interno della struttura chiedendo amnistia o indulto subito.

@gigi.sorrentino8noi ragazzi di Torino abbiamo deciso di rompere i cessi e i lavandini così facendo la celle di pernottamento non saranno più agibili e quindi dovrà intervenire ASL e cedu per le condizioni in qui viviamo dobbiamo farci sentire♬ suono originale - ●🚫●

Alcuni hanno incendiato la biancheria, mentre altri spaccavano i sanitari con un chiaro intento esplicitato nella didascalia di uno dei video postati:

"Così facendo le celle di pernottamento non saranno più agibili e quindi dovrà intervenire l’Asl per le condizioni in cui viviamo. Dobbiamo farci sentire" si legge nella didascalia di uno dei video pubblicati online."

Il risultato è stato di quattro agenti intossicati, un altro poliziotto è stato colpito in testa con la bomboletta di un fornello.

 

Le richieste del sindacato Osapp

Alla luce di questi gravi fatti il sindacato Osapp torna a chiedere l’intervento del ministro della giustizia Carlo Nordio e del presidente del Consiglio Giorgia Meloni chiedendo l'invio dei Gir (Gruppo intervento speciale) e descrivendo lo stato del carcere di Torino come un luogo fuori controllo, i detenuti fanno quello che vogliono in barba alle regole.

Alla premier la richiesta di dichiarare lo stato di emergenza delle carceri italiane, ricordando le recenti rivolte a Firenze Sollicciano, Viterbo, Aosta, Cuneo, Vercelli e ovviamente Ivrea e Torino

"prima che accada qualcosa di grave e irreparabile perché il personale sta rischiando la vita".

Infine l'Osapp in un comunicato stampa ha chiesto che

"tutti i detenuti rivoltosi siano stati sottoposti a isolamento cautelare con riduzione della possibilità di organizzarsi ulteriormente".

E intanto però ci si chiede anche: come mai i detenuti avevano a disposizione smartphone e connessione internet? Non dovrebbe essere proibito?

Cosa dice la legge in merito

Dal 2020 le norme prevedono una pena da 1 a 4 anni per chi introduce o detiene telefoni cellulari o dispositivi mobili di comunicazione all’interno di un istituto penitenziario. È stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 261 del 21 ottobre 2020 il decreto legge sulle Disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all’utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, approvato dal Consiglio dei Ministri.

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