La protesta dei parenti dei detenuti: "Si può andare dal parrucchiere, ma un figlio non può vedere il proprio padre"
Eppure gli appuntamenti per oggi non sono mai stati cancellati e le persone si sono spostate nella speranza di vedere i propri cari.
Oggi, 10 novembre 2020, i parenti dei detenuti si sono riuniti sul piazzale esterno del carcere Lorusso e Cutugno di Torino.
Cosa dicono i parenti dei detenuti
Si tratta di persone che questa mattina avevano l'appuntamento per un colloquio che poi però non hanno mai potuto avere, nessuno infatti aveva comunicato alcuna cancellazione. Così molti hanno viaggiato senza motivo, chi da Torino ma anche da fuori. E questo per certi versi rende paradossale ciò che è successo questa mattina: i colloqui sarebbero stati annullati per evitare gli spostamenti. Madri, mogli, ma anche mariti, fratelli e figli si sono quindi rivolti all'associazione Libertà di Parola per farsi ascoltare.
Cosa dice il Dpcm
Secondo il Dpcm nelle zone rosse, come si legge nelle Faq del governo, gli spostamenti per fare visita alle persone detenute in carcere sarebbero però vietati, non potendo ritenere che tali spostamenti siano giustificati da ragioni di necessità o da motivi di salute. In tali casi i colloqui possono perciò svolgersi esclusivamente in modalità a distanza e quindi o con Skype o telefonicamente. I parenti però non sono d'accordo e chiedono che si prendano in considerazione i casi in cui non ci sono sintomi: in questi casi, fanno notare, si potrebbe andare dal parrucchiere, ma non si permetterebbe a un padre di vedere il proprio bambino?
La situazione interna
La situazione delle carceri è stata oggetto di diverse istanze, compresa una lettera aperta delle detenute, tra cui la giovane attivista del movimento NoTav, Dana Lauriola, indirizzata ad Amnesty International, per avere risposte dalle istituzioni sulla questione pandemia.
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