La manifestazione in solidarietà per Ramy degenera in assalti a due commissariati e a una caserma
Tanti i giovani in piazza, molti stranieri, ma anche attivisti dei centri sociali e dei collettivi studenteschi e universitari
Ieri, 9 gennaio 2025, quella che doveva essere una manifestazione di solidarietà per la morte di Ramy Elgaml, si è trasformata in una serata di violenza quando 400 manifestanti sono partiti da Piazza della Repubblica, a Torino, per assalire due commissariati e una caserma.
L'assalto alle Porte Palatine
Intorno alle 20 il corteo è passato da corso Giulio Cesare, corso Brescia, corso Palermo, corso Regio Parco per poi immettersi in corso Regina Margherita. Qui c'è stato il primo assalto al commissariato di polizia della Porta Palatina con lancio di uova, vernice, spranghe contro le porte e con l'esplosione di alcuni petardi molto potenti.
Sul posto sono arrivate tre camionette dei carabinieri. A quel punto i manifestanti hanno attaccato i militari lanciando transenne, bottiglie, sassi e fumogeni. Ritiratisi i carabinieri, i manifestanti si sono scagliati contro i mezzi delle forze dell'ordine.
Successivamente si sono diretti verso il centro e poi sono andati a protestare contro un secondo commissariato di polizia in zona Dora Vanchiglia e contro la caserma dei carabinieri di piazza Carlina.
La Digos sta esaminando le immagini acquisite durante il corteo per identificare i responsabili delle azioni violente.
Tanti i giovani in piazza, molti stranieri, ma anche attivisti dei centri sociali e dei collettivi studenteschi e universitari. La manifestazione di Torino si è svolta contemporaneamente a quella di Milano dove in zona Darsena ha preso il via un corteo in memoria del 19enne.
Presenti i fratelli del ragazzo e la fidanzata. Prima della partenza, uno dei fratelli di Ramy aveva chiesto un clima pacifico.
Chi era Ramy Elgaml
Ramy Elgaml, 19 anni, è morto lo scorso 24 novembre a Milano. Il giovane si trovava a bordo di uno scooter guidato da un amico, Fares Bouzidi, ed era inseguito dai carabinieri.
Dopo l'acquisizione dei video su quanto accaduto quella notte e l’ipotesi in valutazione di uno speronamento volontario, la Procura di Milano potrebbe arrivare a contestare a uno o più militari l'accusa di omicidio volontario con dolo eventuale.