Protesta degli studenti davanti alla Regione Piemonte: "La didattica a distanza per alcuni è un lusso"
Molti studenti non hanno materialmente a disposizione i mezzi per seguirla.
I ragazzi che oggi sono scesi in piazza Castello hanno lanciato un messaggio chiaro: hanno ribadito che la didattica a distanza non può essere la soluzione e che le scuole devono rimanere aperte. Lo hanno fatto coprendosi naso e bocca, ma anche gli occhi. Per protesta contro chi ha reso inaccessibile la didattica per molti di loro.
Garanzie e priorità
Gli studenti si sono ritrovati sotto la sede della Regione Piemonte per chiedere garanzie e priorità per la scuola. Bianca Chiesa, studentessa del liceo classico Gioberti di Torino e referente del Laboratorio studentesco, ha sottolineato come uno dei problemi sia legato alle possibilità degli studenti, se proprio non si può fare a meno della Dad, allora servono i dispositivi per chi non ha la possibilità di acquistarli.
La dispersione scolastica sta crescendo
Infatti, ben una famiglia su quattro non può permettersi la didattica a distanza e così molti studenti non hanno materialmente a disposizione i mezzi per seguirla. Per loro lo Stato non sta facendo nulla e la dispersione scolastica, che oggi è al 14%, sta crescendo.
Nessuno indietro
Come si legge in un lungo post su Instagram, il Laboratorio studentesco ha chiesto di non dipingere come untori e come irresponsabili gli studenti che invece hanno a cuore il proprio futuro e quindi la propria formazione intesa come una didattica di qualità accessibile a tutti, senza lasciare indietro nessuno.
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