Nei giorni scorsi la polizia di Torino ha arrestato tre uomini appartenenti alla comunità “sinti”, per un furto aggravato in abitazione commesso, poco prima, ai danni di un’anziana donna residente in città.
L’episodio si è verificato nel quartiere San Paolo, dove la vittima è stata avvicinata da un soggetto spacciatosi per un tecnico del gas. L’uomo riesce a carpire la fiducia della signora con il pretesto di un malfunzionamento dell’impianto e della necessità di mettere in sicurezza alcuni oggetti metallici presenti in casa: fatto accesso nell’abitazione, convince la signora a consegnargli oggetti preziosi e monili in oro del valore di alcune migliaia di euro, oltre a 400 euro in contanti.
Il falso tecnico con la falsa strumentazione
Per rendersi ancor più credibile, l’uomo utilizza un piccolo dispositivo elettronico a luce rossa simulando un’anomalia tecnica e sottolineando che la probabile fuoriuscita di gas, unita alla presenza di metallo e banconote in casa, possa causare un incendio.
Un modus operandi che corrisponde ad una consolidata tecnica di raggiro ai danni di persone anziane, spesso sole in casa, che evidenzia la capacità, da parte degli autori, di assumere atteggiamenti credibili e rassicuranti, simulando competenze tecniche e situazioni di urgenza assoluta legate a esigenze di sicurezza domestica.
Dopo pochi minuti, approfittando di un momento di distrazione della donna, il finto tecnico si impossessa dei valori e si allontana raggiungendo i due complici che lo attendono in strada. Il loro veicolo, che si muove con targhe false per eludere eventuali controlli, è stato subito individuato da equipaggi della Squadra Mobile, che lo fermano a Vinovo.
La perquisizione dei tre e dell’auto permette di recuperare la refurtiva appena sottratta, tra cui una cassettina portagioie con all’interno gioielli in oro e una pochette con denaro contante. Vengono, inoltre, rinvenuti e sequestrati indumenti e strumenti “da lavoro” come radiotrasmittenti, guanti, un giubbotto ad alta visibilità e il dispositivo elettronico con luce rossa utilizzato per simulare l’urgenza dell’intervento.
Le perquisizioni domiciliari
Dopo l’arresto, sono state eseguite ulteriori perquisizioni domiciliari in provincia conclusesi con il sequestro di ulteriore materiale utile alle indagini tra cui diverse targhe automobilistiche contraffatte, pronte per essere applicate su quelle originali, indumenti per il travisamento, strumenti professionali per verificare la purezza dei metalli e bilancini di precisione nonché circa 66mila euro in contanti, oltre a orologi di valore e oro.
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La refurtiva, composta anche da preziosi di grande valore affettivo, è stata restituita alla donna mentre i tre uomini di origine sinti sono stati accompagnati in carcere.
La Procura ha richiesto e ottenuto la convalida dell’arresto e ha disposto l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere.