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"Il suo annuncio è pornografico, sono 400 euro di multa": la truffa dei falsi poliziotti postali

Selezionavano le vittime sui siti d'incontri dopodiché partiva l'escalation: prima le multe, poi i ricatti

"Il suo annuncio è pornografico, sono 400 euro di multa": la truffa dei falsi poliziotti postali
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Hai appena pubblicato un annuncio su una piattaforma web di incontri quando vieni contattato da un agente della polizia postale perché il tuo testo "non ha la certificazione", "è vietato" o peggio ancora: "è pornografico". Per fortuna il guaio si può riparare pagando una multa di qualche centinaia di euro. D'altra parte se non lo fai potrebbero esserci guai peggiori e la posta in gioco (soprattutto se hai figli) potrebbe essere molto alta. Peccato che quell'agente di polizia sia in realtà un truffatore.

Raggirati online e ricattati

E' successo a Torino e le vittime che sono state raggirate in questo modo sono decine, persone che non volevano finire in Tribunale e che sono state letteralmente terrorizzate con i peggiori scenari: arresto, querele, processi penali, sequestro di beni, comunicazioni ufficiali alle mogli e convocazioni di servizi sociali per prendere in carico i figli minori. 

In tutti i casi, la prospettiva di vedere la propria esistenza andare in frantumi per un annuncio equivoco spingeva a mettere  mano al portafoglio in preda all'ansia e al panico.

Dove venivano selezionate le vittime

La banda di truffatori selezionava annunci sentimentali principalmente da due piattaforme on line: Subito.it e Bakekaincontri.com per poi contattare gli inserzionisti fingendosi poliziotti e chiedendo soldi che venivano versati in più tranche (agli atti si parla di 400, 700, 1.000 euro) su carte post pay.

Grazie al lavoro degli investigatori che hanno ricostruito la fitta rete dietro questo "mondo delle truffe hard"adesso a processo sono in sedici, l’indagato principale è Simone Atzori, 43 anni (difeso Antonio Mencobello) che sta scontando quattro anni di reclusione, inflitti al termine di un patteggiamento. Una pena che si aggiunge a una precedente condanna, sempre a quattro anni. Alla sbarra ci sono anche i presunti complici di Atzori che saltuariamente hanno ricoperto un ruolo (seppur marginale) nel raggiro.

 

 

 

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