Ludopatia: Piano di comunicazione approvato e finanziato da più di un anno, ma mai partito
Il vicepresidente della Commissione Sanità, Domenico Rossi, si è rivolto al Presidente Cirio per la sua applicazione.
Il vicepresidente della Commissione Sanità, Domenico Rossi, si è rivolto al Presidente Cirio per l’applicazione del piano di comunicazione per la prevenzione al gioco d’azzardo patologico, approvato e finanziato, ma non ancora attuato.
L'appello
Dopo l’ennesima risposta, questa volta in commissione, ad un’interrogazione sull’applicazione delle attività di prevenzione primaria previste dalla norma vigente, Domenico Rossi, si rivolge direttamente ad Alberto Cirio
Sulle modifiche della legge avremo modo di confrontarci, ciascuno a partire dalle proprie posizioni, ma finché è in vigore è corretto darne piena attuazione a maggior ragione quando sono già stanziati 600mila euro per campagne di sensibilizzazione e prevenzione, su cui la destra si è sempre detta d’accordo. Sono risorse importanti nelle disponibilità del Gabinetto della Presidenza che consentirebbero di dare seguito ad azioni chiave: non c’è più tempo da perdere pensando a tutte le persone e alle loro famiglie che soffrono a causa delle conseguenze del gioco patologico.
Le azioni previste
La legge prevede un piano di comunicazione, annunci stampa, attività sui social media, l’attivazione di un numero verde, una campagna di sensibilizzazione, la diffusione del logo “Slot, no grazie”, un software per monitorare il rispetto della norma, tutte azioni che rafforzerebbero l’efficacia culturale e sociale dell’aspetto sanitario per cui le risorse sono state investite.
Domenico Rossi conclude
La differenza salta all’occhio perché la Regione ha speso i fondi per le azioni relative all’ambito sanitario e non quelli per la prevenzione del GAP? Sono mesi che continuiamo a fare la stessa domanda, ma non arriva mai una risposta che spieghi questa situazione inaccettabile. Non vogliamo pensare male ed è per questo che chiedo un intervento diretto del Presidente Cirio. Le campagne di informazione non hanno nulla a che vedere con il distanziometro e la salvaguardia dei posti di lavoro, ragioni per cui la maggioranza vorrebbe modificare la norma; non attuarle serve solo a svuotare di efficacia e depotenziare il provvedimento, ma dimostra anche che ci si interessa all’argomento solo quando si toccano gli interessi economici del settore e non per prevenire una patologia sanitaria e sociale.
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