Il modello “Caivano”, dopo le esperienze di Scampia, Rozzano e Rosarno, approda anche a Torino, con l’obiettivo di restituire dignità e nuove opportunità alla periferia nord della città. un progetto ispirato al “modello Caivano”, con l’obiettivo di rigenerare le periferie attraverso lo sport, la cultura e la socialità.
Il «Modello Caivano» per combattere degrado e spaccio
I quartieri interessati sono Rebaudengo, Barca e Regio Parco, tre aree storicamente segnate da zone di degrado e da una carenza di spazi di aggregazione. Grazie ai nuovi fondi dedicati alla riqualificazione, l’amministrazione comunale punta a trasformare edifici e aree dismesse in centri di vita attiva per giovani e famiglie. Il governo Meloni potrà infatti avviare un piano di intervento per la riqualificazione di due aree simbolo: l’ex centro sociale “Barca Occupata” e il campo sportivo Oxilia, situati tra i quartieri Rebaudengo, Regio Parco e Barca. La richiesta di un milione di euro per sostenere i progetti di rinascita è stata presentata al Ministero dell’Interno, nell’ambito del nuovo osservatorio regionale sulle periferie, istituito in prefettura a giugno in linea con quanto previsto dal decreto Caivano. L’iniziativa coinvolge enti locali, mondo accademico, terzo settore e sindacati, con l’obiettivo comune di promuovere sicurezza, coesione sociale e rigenerazione urbana attraverso azioni concrete e durature.
Il primo intervento…
Il primo intervento riguarda l’ex centro sociale Barca Occupata di via Avondo, sgomberato nel 2023 dopo quattro anni di occupazione. Oggi l’area è stata concessa a una rete di sei associazioni culturali e sportive, impegnate nel progetto “La Barca nel Bosco”: un polo comunitario pensato per il quartiere, con laboratori artistici, aule studio, spazi di coworking, attività ricreative e sportelli di supporto psicologico, oltre a iniziative dedicate ai giovani e alle scuole. Il secondo spazio, il campo Oxilia di via Scotellaro, un tempo gestito dalla Dynamo Dora Rugby, dispone di un campo da calcio, spogliatoi e locali tecnici ma necessita di interventi strutturali e di messa a norma prima di poter tornare operativo. L’amministrazione ha già previsto un bando per l’assegnazione della gestione, ma l’assenza di fondi ha finora bloccato i lavori. Il finanziamento richiesto punta quindi a restituire questi spazi alla collettività, sottraendoli al degrado. Come spiegano l’assessore regionale Maurizio Marrone, la deputata Augusta Montaruli e il presidente della Circoscrizione 6, Valerio Lomanto, l’obiettivo è «trasformare luoghi segnati da occupazioni e illegalità in centri di aggregazione positiva, dove sport, cultura e socialità possano contrastare la diffusione di baby gang, microcriminalità e droga».