TORINO

I residenti del quartiere Vanchiglia fermano l'abbattimento degli aceri negundi

Il Comitato (in causa contro il Comune) aveva chiesto a quest'ultimo una seconda perizia prima di procedere con gli abbattimenti

I residenti del quartiere Vanchiglia fermano l'abbattimento degli aceri negundi
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Si alza sempre di più la tensione tra i residenti del quartiere Vanchiglia riuniti nel comitato "Salviamo gli alberi di corso Belgio" e la giunta Lo Russo in merito alla calda, caldissima vicenda degli aceri negundi di corso Belgio a Torino.

Gli abbattimenti

Negli scorsi giorni sono partiti i lavori di abbattimento di 17 alberi classificati da un agronomo incaricato dal Comune in classe D e questa settimana dovevano proseguire per completare il piano ma, nella giornata di ieri, lunedì 12 febbraio 2024, i residenti si sono armati di padelle e altri oggetti per fare rumore e fermare i tagli (all’angolo con via Benevento) da parte degli operai della ditta incaricata.

Le richieste del comitato al Comune

Il Comitato (in causa contro il Comune) aveva chiesto a quest'ultimo una seconda perizia prima di procedere con gli abbattimenti ma la Giunta non ne ha voluto sapere, tant'è che ha fatto partite i lavori militarizzando il viale la scorsa settimana.

I residenti attivi nel gruppo ambientalista a tutela degli alberi fa sapere in un comunicato:

"6 febbraio 2024, 5 del mattino: in corso Belgio la nebbia non basta a nascondere una mobilitazione di camionette blu, carabinieri, divise, poliziotti, mai vista qui tutta in una volta. Senza cartelli né ordinanze, si devia il traffico e si piazzano transenne da muro a muro all’altezza di corso Brianza e via Pallanza. Transito bloccato e richiesta di documenti a chi rientrando a casa incontra le barriere.

Alle fermate degli autobus, aspiranti passeggeri restano in vana attesa, mentre sui monitor dei mezzi pubblici in viaggio verso il corso compaiono messaggi allarmanti su interventi della polizia che impediscono di raggiungere la destinazione.

Tresso a giugno aveva detto che mai avrebbe fatto ricorso alla militarizzazione per gestire la vertenza di corso Belgio. In realtà è stato evidente sin dall’inizio che interpreta come un attacco di “dissidenti” (definizione sua, nel commento al post del 06/02/2024 ore 18.21 sulla sua pagina Facebook), l’opposizione al progetto da lui definito di “riqualificazione” di corso Belgio (mentre per i cittadini è di degrado ambientale). Non importa che l’opposizione si sia sempre svolta in forme legittime e legali, compreso un ricorso In Tribunale.

Al dissenso Tresso risponde comunque con la guerra, e con la chiusura totale a proposte di mediazione, inclusa l’ultima da noi avanzata, di rivalutare congiuntamente lo stato degli alberi giudicati da abbattere: proposta giustificata dalla presenza  del ricorso che verte proprio sullo stato di quegli alberi, ma liquidata da Tresso come “mercanteggio” su Facebook suoi e con la frase “non facciamo referendum” sui giornali. Diamine! Questa Amministrazione ha vinto la lotteria delle elezioni, perciò per cinque anni ha carta bianca: quella da cui ha cancellato ogni traccia dei programmi elettorali.

Così Tresso martedì scorso ha richiesto che una quantità spropositata di uomini delle Forze dell’Ordine scortasse i tecnici comunali, incaricati di abbattere tre alberi, potarne qualcun altro e svolgere una caccia ai buchi nei ceppi degli alberi abbattuti, da sbattere in fotografia sui giornali e sui social per dimostrare che il Comune ha ragione, che quegli alberi sono pericolosi. Sulla sua pagina Facebook ha poi giustificato il blitz dicendo che in corso Belgio non c’è la “certezza di poter operare in tranquillità, come avviene in altre parti della città”. Se sperava in una battaglia, ha fatto un buco nell’acqua: essendo stata rifiutata da Tresso la perizia congiunta, i “dissidenti” hanno svolto, come avevano annunciato, un monitoraggio popolare delle operazioni, pur ostacolato dalla mancanza di preavviso e dalle transenne per tenere lontani gli occhi indiscreti.

Non il Comitato, quindi, ma l’Operazione Buchi nei Ceppi ha impedito il normale svolgersi della vita dei residenti. Sui social e sui giornali si è naturalmente fatto di tutti i buchi un fascio (aggiungendoci qualche ramo cavo, per buona misura), suggerendo al pubblico l’equazione “cavità = rischio di crollo”: che non esiste, in agronomia, dato che una cavità può indicare una patologia attuale, oppure una antica, superata.

Proseguono i lavori di abbattimento alberi in tutta Nichelino

L’apparato radicale - continua il comitato - può essere malandato. Oppure no, ma bisogna vedere caso per caso, accertando dall’esterno, con apposite tecniche e tecnologie, la stabilità dell’albero. Pur partecipando a convegni intitolati “Verde e salute”, la posizione dell’Assessore Tresso nella vertenza è che l’abbattimento dell’alberata di corso Belgio non determini alcun danno al benessere dei residenti.

Alla salute oppone la “sicurezza”, e il suo dovere di amministratore di tutelarla. Ma a noi non pare affatto che l’Assessore si stia davvero preoccupando della sicurezza dei cittadini. Perché il rischio che, uscito di casa, un torinese muoia per il crollo di un albero è veramente esiguo: i casi sono talmente pochi che non si trovano statistiche, ma secondo gli esperti ogni anno in Italia per un evento simile decedono sì e no 10 persone, e mica tutte in città: qualcuna nei boschi, magari perché si improvvisa taglialegna.

Il torinese che esce di casa, però, è assolutamente sicuro che i suoi polmoni incontreranno abbondanza di sostanze inquinanti e di particolato. E nel nostro Paese il PM 2,5 da solo è responsabile di più di 50.000 morti all’anno, 140 al giorno. In estate, poi, aumenta costantemente il rischio di schiattare per il calore o altro evento climatico estremo. Preoccuparsi dell’incolumità dei torinesi nel 2024, quindi, vuol dire prendere misure drastiche contro inquinamento e cambiamento climatico, con politiche ambientali adeguate: in primis la conservazione del verde pubblico esistente, insostituibile, a meno di piantare per ogni albero adulto un boschetto.

Poiché gli amministratori sanno benissimo che stanno andando in direzione contraria al bene della collettività, devono far credere che negli alberi tutti i buchi vengono per nuocere, e che le piante tagliate “verranno sostituite, come sempre accade, da nuove piantumazioni” (Tresso sulla sua pagina Facebook: peccato che gli stessi tecnici comunali ammettano che da vent’anni in corso Belgio si abbatte e non si ripianta: e quasi 150 fallanze sono lì a dimostrarlo).

Nella data di questo comunicato sono comparsi cartelli che vietano il parcheggio dal 12 febbraio al 31 marzo tra le 8.00 e le 17.00 in un lungo tratto dell’isolato di corso Belgio, lato nord, compreso tra via Benevento e via Andorno, per lavori di abbattimento.

NB: L'ordinanza affissa (n. 7401 del 22/12/2023) dice che il divieto di sosta può essere imposto per sole quattro ore al giorno per tratti di 100 metri. Posto che gli alberi residui che il Comune intende abbattere sono 14 e quelli da potare una dozzina, lavori che non richiedono certo un mese e mezzo, ci chiediamo se il Comune intenda continuare la guerra contro i cittadini fino all'udienza (a maggio, non ad aprile come scritto da Tresso), inventandosi altre mosse per alterare l’alberata oggetto del ricorso".

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