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I carabinieri di Torino restituiscono al Consolato del Perù antichi manufatti portati in Italia illegalmente

I reperti erano frutto di scavi clandestini ed erano stati esportati illecitamente

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Importanti reperti archeologici, appartenenti alla Repubblica del Perù, sono stati restituiti dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Torino durante una cerimonia tenutasi il 16 settembre 2024 al Consolato Generale della Repubblica del Perù di Torino.

I beni restituiti sono stati recuperati nel corso di due distinte attività investigative, una risalente al 2014 e l’altra al 2021, entrambe condotte dal Nucleo TPC di Torino.

 

La prima indagine

La prima indagine aveva portato all’interno di un’abitazione privata dove erano presenti diversi manufatti di evidente provenienza pre- colombiana. Tra questi anche due statuette in ceramica appartenenti allo stile Chancay (cultura pre-ispanica sviluppatasi in Perù dal XI al XV sec. d.C.) sequestrate anche perché il proprietario era privo di qualunque certificazione che ne attestasse un legittimo possesso e una lecita esportazione dal paese d’origine.

Statuetta in ceramica in stile Chancay (cultura pre-ispanica sviluppatasi in Perù dal XI al XV sec. d.C.)

La seconda indagine

Nel secondo caso, ad essere posto sotto sequestro è stato un altro Cuchimilco individuato dallo stesso personale del Consolato Generale del Perù di Torino a una nota fiera di settore. Gli accertamenti scientifici hanno permesso di confermare che, sebbene la statuetta in sé fosse una replica, era invece originale e di assoluto interesse culturale il tessuto di piume che lo adornava che veniva ricondotto al cd. Stile Nasca preispanico, sviluppatosi sulla costa meridionale del Perù durante il Primo periodo intermedio (200 a.C. – 600 d. C.). Anche in questo caso sono risultate insufficienti le certificazioni sull’origine lecita del possesso del bene.

Statuetta in stile Nasca preispanico, sviluppatosi sulla costa meridionale del Perù durante il Primo periodo intermedio (200 a.C. – 600 d. C.)

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Torino, in collaborazione con gli esperti culturali del Perù, hanno poi dimostrato l’illecita provenienza dei reperti, frutto di scavi clandestini in quei territori ed esportati illecitamente in Italia. Attraverso le accurate valutazioni da parte dei funzionari ministeriali della Repubblica del Perù, è stato possibile confermare l’autenticità dei manufatti e ottenere dall’autorità giudiziaria italiana i decreti di dissequestro e restituzione. L’intervento dei carabinieri, insieme agli esperti culturali ministeriali esteri, ha permesso la restituzione di quei reperti, che rappresentano l’identità culturale delle popolazioni peruviane, assicurandone una nuova fruizione.

Cosa rischia chi importa beni culturali di provenienza illecita

La normativa di tutela del patrimonio culturale mondiale in Italia è particolarmente stringente a seguito della riforma legislativa del marzo 2022 in seguito alla quale è ora considerato reato, punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 258 a euro 5.165, il comportamento di chi importa beni culturali provenienti da delitto oppure rinvenuti a seguito di ricerche svolte senza autorizzazione dell’Autorità locale competente, ovvero esportati da un altro Stato in violazione della legge di tutela di quel paese (art. 518 decies c.p.).

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