Piccola breve storia felice

Ritrova il cellulare, ma vorrebbe qualcosa in cambio: l'inizio non era certo dei migliori e invece...

Un operatore ecologico trova il telefono che la ragazza aveva perso per strada, ma non è disposto a cederlo “gratuitamente”.

Ritrova il cellulare, ma vorrebbe qualcosa in cambio: l'inizio non era certo dei migliori e invece...
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Sono le 11 del 22 dicembre. S. va di fretta ad un appuntamento. Pedala velocemente a bordo di una sgangherata bici rossa su Corso Casale dal lato di Parco Michelotti. Quel giorno farà colazione con la sua amica O. per scambiarsi dei regali.

L'appuntamento mancato

L’appuntamento è davanti alla chiesetta di Madonna del Pilone. Ma quando S. arriva, O. non c’è. Lega la bici e mette una mano nella tasca del cappotto per prendere il cellulare e avvisare l’amica del suo arrivo, ma neanche il cellulare è dove dovrebbe essere. L’unico momento in cui l’ha tirato fuori per vedere se c’era qualche messaggio è stato sulla passerella che porta in corso Regina. Se l’ha perso in quel punto, può dire addio al suo Samsung. Siccome di O. non c’è traccia, la ragazza imbocca la strada a ritroso guardando bene per terra e avvisando tutti quelli che incontra: per lo più runner, qualche coppietta e qualche anziano (non si sa mai). A questo punto l’unica è tornare a casa e provare a vedere se riesce a connettersi a Whatsapp dal web. L’applicazione funziona. Significa che il cellulare è connesso a Internet e nessuno lo ha ancora toccato. Scrive a O. di provare a chiamarla: il telefono squilla. Per il momento potrebbe essere sotto un cumulo di foglie lungo il Po. S. avvisa qualche amico di provare a telefonarle ancora.

La richiesta

Finché finalmente qualcuno risponde proprio a O. Lo chiameremo signor C. da Castoro (capirete più in là il motivo). “Sì, ho il cellulare. Ma vorrei qualcosa in cambio” a O. questo sembra un ricatto bello e buono. Ma l’uomo con forte accento meridionale non vuole soldi, ha ben altro in testa. Cosa vuole allora, chiede O., temendo il peggio. L’uomo a questo punto si lascia andare a una descrizione dettagliata: vuole quei cioccolatini ripieni, quelli rotondi, con la nocciola, con la carta dorata, insomma vuole dei Ferrero Rocher. Si farà trovare alle 9 del 23 dicembre all’entrata del parco Michelotti. Sarà su un furgoncino bianco con un logo a forma di Castoro (ecco spiegata la C.) Lui si occupa di pulire il parco dalle foglie e proprio mentre era in servizio ha trovato il telefonino che poi ha custodito nel suo armadio a lavoro.

Lo scambio

Il giorno dopo le due amiche vanno all’appuntamento con la merce di scambio. Vedono arrivare, alle 9 in punto, un furgoncino. L’uomo alla guida è abbastanza giovane, un po’ rotondo con occhiali spessi e, sì, sembra parecchio scocciato da tutta quella storia, tira fuori dalla tasca della tuta arancione il cellulare di S. e si sfoga: “non faceva altro che suonare e con tutti sti blocchi che hai messo non riuscivo mai a rispondere. Ha chiamato un sacco di gente: Giada, Lisa, Gigi, David.” Insomma, l’uomo è davvero infastidito. Scruta le ragazze e non vedendo sacchetti chiede se almeno hanno portato i cioccolatini che aveva chiesto. S. a questo punto tira fuori dallo zaino i Ferrero Rocher ottenendo così un primo sorriso.

Cioccolatini a colazione

La confezione viene aperta subito, il signor C. insiste che le ragazze mangino un cioccolatino insieme a lui. E quando arriva il suo collega coinvolge immediatamente anche lui, ma a Roberto i cioccolatini alle 9 del mattino proprio non vanno, inutile insistere. Lui invece ne mangia 4 uno di seguito all’altro. In queste feste un po’ sghembe rispetto al normale quella strana “colazione” a base di cioccolatini tra estranei è in fin dei conti una vera e propria “festa” di Natale per tutti e tre. Peccato non ci sia una foto ricordo, per noi però questa piccola storiella meritava di essere raccontata lo stesso. Almeno è quello che pensa S. (che poi S. starebbe per Silvia) che di storie ne ha lette e scritte tante per Prima Torino, ma mai con lei come protagonista.

 

Silvia Venezia

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