Furti e truffe ai danni di anziani tra Torino e Cuneo, quattro arresti
Erano specializzati nel circuire le vittime facendosi passare per operatori dell'elettricità
Sono responsabili di furti in abitazione, truffe agli anziani, ricettazioni e falsificazione di targhe i quattro soggetti arrestati all'alba di oggi, 25 gennaio 2023, dai Carabinieri del Comando Provinciale di Cuneo.
Operazione Centauro
Il provvedimento restrittivo scaturisce da una complessa attività di indagine, convenzionalmente denominata Operazione Centauro, avviata nell’agosto 2022 dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Cuneo, i cui esiti hanno permesso di comprovare l’operatività di un gruppo di ladri, con base tra Carmagnola e Villafranca Piemonte e attivo nelle province di Cuneo e Torino.
Dove operavano i ladri
I centri nei quali sono stati commessi i reati oggi in contestazione sono: Saluzzo (CN), Borgo San Dalmazzo (CN), Fossano (CN), Racconigi (CN), Pralormo (TO), Rivalta di Torino (TO), Rosta (TO), Torre Pellice (TO), Volpiano (TO), Piasco (CN), Magliano (CN), Revello (CN), Chivasso (TO), Baldissero Torinese (TO), Govone (CN), Poirino (TO), Cafasse (TO), Caraglio (CN), Neive (CN), Bricherasio (TO), Envie (CN), Carmagnola (TO), Villafranca Piemonte (TO), Villanova Mondovì (CN).
Il modus operandi degli indagati
Le investigazioni, in particolare, hanno dimostrato come gli indagati operassero tanto con la tecnica del falso operatore di società di utility, accedendo così all’interno delle abitazioni di ignari anziani, raggirandoli e derubandoli dei risparmi, quanto, più semplicemente, introducendosi, previa effrazione, nelle case lasciate incustodite, anche per breve tempo, dai proprietari ed appropriandosi di contanti, gioielli, apparecchiature elettroniche ed altro.
La tecnica utilizzata per raggirare le anziane vittime era ben collaudata: presentatisi alla porta indossando un falso cartellino di identificazione, riferivano che erano in corso la riparazione delle linee elettriche e che, per via di particolari operazioni da eseguire all’interno dell’abitazione, sarebbe stato più sicuro raccogliere il denaro ed i preziosi all’interno di una borsa per non danneggiarli: quindi, approfittando del primo momento di distrazione delle vittime, si impossessavano del bottino scappando rapidamente a bordo di scooter.
Negli altri casi, invece, gli indagati, che giungevano sul luogo dei furti sempre a bordo di auto di grossa cilindrata, dopo essersi assicurati circa l’assenza dei proprietari, riuscivano ad accedere all’interno forzando molto rapidamente le porte di ingresso o, più frequentemente, una delle finestre e facevano razzia di ciò che trovavano, trattenendosi all’interno solo pochi minuti. Spesso per allontanarsi con il bottino più comodamente, riponevano la refurtiva all’interno di federe di cui si impadronivano durante il furto. In alcuni casi gli stessi riuscivano, verosimilmente con dei telecomandi clonati, ad aprire i cancelli elettrici, assicurandosi, così, una più comoda via di fuga.
Contestati 26 furti
Gli elementi di prova raccolti hanno evidenziato l’esistenza di un gruppo ben strutturato al quale vengono contestati 26 furti.
Gli indagati Daniel De Colombi e Gabriele Barbero sono stati condotti alla Casa circondariale di Asti, mentre Massimo Zara e Gilberto Appendino (quest'ultimo accusato di aver acquistato dagli altri tre parte della refurtiva proveniente dall’attività illecita) sono agli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni.