TORINO

Frode sulle agevolazioni covid-19, 8 persone indagate e sequestrati beni per un milione di euro

Due consulenti del lavoro sono stati sospesi per 12 mesi

Frode sulle agevolazioni covid-19, 8 persone indagate e sequestrati beni per un milione di euro
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Una frode sulle agevolazioni covid-19, destinate al sostegno della ripresa economica delle imprese, è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Torino.

Sospesi dall’esercizio della professione 2 consulenti del lavoro

Dopo la scoperta, due consulenti del lavoro sono stati sospesi per 12 mesi ed è stato eseguito dai finanzieri un sequestro preventivo per un milione di euro (beni immobili, autoveicoli e quote sociali). Mentre 8 persone sono state inserite nel registro degli indagati per emissione di fatture per operazioni inesistenti, truffa aggravata, esercizio abusivo di una professione e falsità materiale. Decine le perquisizioni effettuate.

Inoltre, le otto persone sono indagate per una pluralità di reati, tra cui l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, l’indebita compensazione di imposte utilizzando crediti inesistenti, l’indebita percezione di erogazioni pubbliche, la truffa aggravata, l’esercizio abusivo di una professione e la falsità materiale.

Le investigazioni

Le investigazioni, avviate nel mese di dicembre 2021, hanno riguardato il corretto utilizzo dei “sostegni” riconosciuti alle imprese sotto forma di crediti compensabili con imposte dovute o cedibili a terzi in misura proporzionale ai costi connessi al pagamento dei canoni di locazione a uso non abitativo e degli affitti d’azienda, nell’ambito delle agevolazioni introdotte dal Governo al fine di mitigare gli effetti economici dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Le attività d’indagine hanno svelato la frode attraverso il quale i due principali presunti responsabili (entrambi consulenti del lavoro di Torino nonché amministratori di diritto e/o di fatto di diverse società), utilizzando documentazione falsa, hanno inoltrato sulla piattaforma digitale dell’Agenzia delle entrate molteplici comunicazioni per i medesimi contratti di locazione o d’affitto d’azienda, in modo da “gonfiare” artificiosamente i crediti d’imposta spettanti.

Quest'ultimi sono stati generati e poi ceduti ad altre imprese, che li hanno indebitamente compensati con propri debiti tributari, con conseguente grave danno per l’Erario.
In particolare, per il periodo novembre 2020 - dicembre 2021 sono stati ricostruiti crediti inesistenti per oltre un milione di euro complessivi, di cui circa la metà utilizzati in compensazione dalle imprese acquirenti, per importi annui superiori alla soglia (50 mila euro) che determina la responsabilità penale. La restante parte dei crediti inesistenti sarà invece oggetto di recupero in via amministrativa.

Indebita percezione di erogazioni pubbliche

A nove imprese a vario titolo inserite nel meccanismo illecito è stata inoltre contestata l’indebita percezione di erogazioni pubbliche per circa 340 mila euro. Si tratta di contributi a fondo perduto stanziati dal Governo con diversi provvedimenti susseguitisi nel biennio 2020-2021, sempre con l’obiettivo di supportare gli operatori economici per le perdite di fatturato causate dall’emergenza pandemica.

Uno dei responsabili della frode è stato altresì ritenuto responsabile del reato di autoriciclaggio, poiché, dopo aver ceduto i crediti fittizi, ha effettuato il reinvestimento di 128 mila euro di guadagni illecitamente ottenuti.

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