Finti addetti dell'acquedotto, truffe per 100mila euro: sei arresti ad Asti
Sono accusati di fare parte di un'associazione a delinquere

I carabinieri del nucleo investigativo di Asti hanno arrestato sei pregiudicati (tre sono in carcere e tre ai domiciliari), accusati di essere autori di truffe con la modalità del finto addetto dell'acquedotto. I sei arrestati, di Asti, sono accusati di fare parte di un'associazione a delinquere che avrebbe messo a segno almeno diciotto truffe, specialmente ai danni di anziani, commesse tra gennaio e aprile di quest'anno sul territorio piemontese, lombardo ed emiliano, per un ammontare di almeno 100mila euro.
L'avvio delle indagini
A fare scattare le indagini era stato un colpo a Costigliole d'Asti e per tredici di queste truffe è stato contestato anche il reato di rapina aggravata, in seguito all'uso di sostanze urticanti ai danni delle vittime. Le indagini sono state condotte, coordinate dalla procura di Asti, attraverso pedinamenti e osservazione dei filmati di video sorveglianza. La banda era solita usare una Mercedes Gla o un'Audi A3, entrambe modificate per raggiungere velocità molto elevate. "Le truffe, anche online, hanno un'incidenza importante sul territorio nazionale e anche astigiano - ha annotato il procuratore della Repubblica di Asti, Biagio Mazzeo, nel corso della conferenza stampa -. L'indagine è stata fatta senza l'uso di intercettazioni telefoniche, con risultati notevoli. L'Arma è stata molto vicina alle vittime, la maggior parte delle denunce è stata infatti raccolta a domicilio".
"Le vetture, con targhe contraffatte, superavano di gran lunga i 300 cavalli - annotano i carabinieri di Asti, con il comandante, tenente colonnello Paolo Lando e il tenente Armando Laviola del nucleo investigativo -. Durante le perquisizioni è stata trovata anche una lista di frequenze radio usate dalle centrali operative dell'Arma sul territorio nazionale, oltre a falsi tesserini e spray urticanti".
L'esecuzione delle ordinanze è avvenuta con il supporto dell'Arma di Moncalieri, Volpiano, Villanova d'Asti e Canelli. L'operazione è di poco successiva a quella che aveva portato all'arresto di tre persone nel Torinese, con le stesse accuse.