Femminicidio a Torino: la Procura chiede una relazione a Fastweb per quel braccialetto elettronico che non ha protetto Roua
Nel caso specifico i dispositivi sono due, uno non rimovibile per lo stalker e un altro per la sua vittima
Si procede con le indagini sul caso di Roua Nabi la 35enne uccisa davanti ai figli dal suo ex marito in un condominio di via Cigna 66 a Torino.
Perché il 48enne, ora in carcere, era già stato denunciato in passato per violenza famigliare e al momento dell'omicidio indossava un braccialetto elettronico anti-stalking che avrebbe dovuto allertare la questura tutte le volte che era in prossimità della ex moglie.
Come funziona il braccialetto elettronico
Nel caso specifico i dispositivi erano due, uno non rimovibile per lo stalker e un altro per la sua vittima (uno smartwatch), da capire infatti anche perché Roua avesse disattivato il suo.
Quello della vittima infatti serve per essere avvertita di un avvicinamento pericoloso. Il sistema funziona con Gps e deve essere sempre portato con sé dalla potenziale vittima. Nel caso lo stalker sia troppo vicino, il dispositivo inizia a suonare avvertendo la donna, la polizia e i carabinieri. Dalla sala operativa a questo punto parte la richiesta di gelocalizzazione. In caso di spiegazioni non convincenti si interviene.
La gestione di Fastweb dal 2021
In Italia i primi test sono iniziati fra 2001 e 2003, a marzo del 2017 i braccialetti in uso in Italia erano solo 20 con un solo utilizzo effettivo in Veneto. Fastweb vince una gara d’appalto fino al 2021 per gestire i braccialetti elettronici in tutta Italia.Nel 2023 la società si è aggiudica un altro bando fino al 2025.
A dicembre 2023, il numero di braccialetti attivi era di 5.695. Con l’introduzione della legge n.168 nel 2023 (Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica presentata dai ministri Roccella, Piantedosi e Nordio) e le modifiche sul Codice rosso del 2019, i numeri per la fine del 2024 dovrebbero crescere ancora. Ad oggi sono 8.253 di cui 2.872 per casi di stalking.
Attualmente, le richieste mensili si attestano intorno ai 700 dispositivi, in aumento rispetto alla media degli anni precedenti (tra il 2019 e il 2022 la media era di 426).
I malfunzionamenti segnalati da Usmia
L’Unione sindacale militare interforze associati (Usmia) ha denunciato una media di 30 falsi allarme al giorno. In caso di errori i sistemi devono essere gestiti dai tecnici che devono recarsi di persona con le forze dell’ordine sul posto per verificare il possibile malfunzionamento. Inutile dire che si tratta di errori che costano parecchio tempo alle forze dell’ordine e stress (nelle migliori delle ipotesi) per chi è potenzialmente vittima di violenza.
Così si esprimeva mesi fa il Segretario Generale dell’U.S.M.I.A. Carabinieri, Carmine Caforio, in una lettera inviata ai Ministri competenti (Giustizia, Interno, Difesa)e al Comando Generale dell’Arma:
Se non verranno adottati urgenti rimedi il dispositivo, originariamente concepito per migliorare la sicurezza, rischia di peggiorarla, diventando uno strumento poco credibile e, soprattutto, incontrollato. Basterebbe acquisire i dati degli operatori, quotidianamente sottratti dal pronto intervento e dal controllo del territorio a causa dei “falsi allarmi da braccialetto”, per comprendere l’entità del problema. Siamo certi che i riscontri emersi – qualora diffusi – susciterebbero forte indignazione nell’opinione pubblica, aumentando sfiducia nella politica e nelle istituzioni.
Il drammatico precedente
Il caso di Roua non è certamente il primo a finire in modo drammatico. Anche quella di Concetta Marruocco, uccisa a coltellate nella notte tra venerdì e sabato del 15 ottobre 2023 nella sua casa di Cerreto d'Esi (Ancona) dal marito Franco Panariello, sarebbe stata una "morte annunciata".
L'uomo era destinatario di un divieto di avvicinamento a Concetta ed era tenuto a indossare il braccialetto elettronico che però non ha inviato alcun segnale alle forze dell'ordine.