Esperimento sui macachi giudicato troppo crudele: il Consiglio di Stato appoggia gli animalisti
Il progetto Light-up prevede la lesione della vista, con interventi piuttosto invasivi al cervello.
Per qualcuno oggi è un giorno destinato a entrare nella storia: il Consiglio di Stato ha appoggiato il ricorso degli animalisti sospendendo l'esperimento sui macachi dell’Università di Torino, in corso all’Università di Parma e finanziato dall'Unione Europea. La salute dei sei macachi selezionati per il progetto è stata giudicata più importante dei fondi stanziati.
Cosa prevede il progetto Light-Up
Il progetto Light-up prevede la lesione della vista con interventi piuttosto invasivi al cervello. In particolare gli animali verrebbero immobilizzati più volte al giorno tutti i giorni affinché si possano asportare aree della corteccia visiva. Un esperimento classificato dallo stesso Ministero della Salute con il grado di dolore più alto che oltretutto verrebbe eseguito su specie protette da norme nazionali ed europee. Questo esperimento, che dovrebbe durare cinque anni, servirebbe a ricreare un modello animale per lo studio delle persone affette da blindsight, ovvero che abbiano perso la vista a causa di un danno cerebrale. Lo studio include anche volontari umani portatori di questo tipo di cecità, i quali si sottopongono volontariamente a tecniche non invasive di rilevazione.
Braccio di ferro tra animalisti e ricercatori
Proprio la partecipazione al progetto di soggetti volontari rende, secondo gli animalisti, inutile il ricorso ai primati. Dal canto loro i ricercatori hanno assicurato che gli animali non verrebbero accecati del tutto perché per produrre risultati utili basterebbe produrre una macchia cieca, circoscritta e limitata ad un solo lato, destro o sinistro. Spiegazioni che non hanno convinto la Lav (Lega Anti Vivisezione) che è andata avanti nella sua battaglia vincendola.
Che fine faranno i macachi?
Sul futuro dei sei esemplari Gianluca Felicetti, Presidente LAV dichiara
Confermiamo la volontà di accogliere i macachi in un centro di recupero specializzato in primati, in modo che possano affrontare un percorso di riabilitazione che li porti ad essere liberi dalla paura degli anni passati nelle gabbie, quanto poteva già avvenire per i due animali rimandati indietro nei mesi scorsi fino al fornitore e dall’Università di Parma, comportamento questo giudicato anche dal Consiglio di Stato nella sua odierna Ordinanza, in relazione a quanto voluto dal Decreto Legislativo sulla sperimentazione.
E intanto sui social la Lega Anti Vivisezione parla di vittoria storica:
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