E' polemica

Elettori del Perù e protesta dei migranti: clamorosi assembramenti che fanno discutere

C'è chi parla di scandalo per il mancato rispetto delle regole anti Covid e chi invita a "guardare in casa nostra".

Elettori del Perù e protesta dei migranti: clamorosi assembramenti che fanno discutere
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Assembramenti di cittadini stranieri e migranti che si lamentano: è polemica. Sta facendo discutere la notizia che segnala numerosi gruppi in attesa in due luoghi diversi della città: al Lingotto per le elezioni peruviane (elettori residenti all'estero) e davanti alla Questura per la protesta degli immigrati in attesa del permesso di soggiorno.

Gli elettori del Perù

Molti residenti del quartiere Nizza Millefonti si interrogano sulle modalità di partecipazione al voto previsto per gli elettori residenti all'estero (in questo caso qui in Italia) da parte dei peruviani chiamati alle urne per il rinnovo del Parlamento andino. Lunghe code di persone, in alcuni casi ben distanziate in altri un po' meno, attendono di esprimere il proprio voto per le elezioni peruviane fuori e dentro la struttura del Lingotto. Un appuntamento assolutamente legale e consentito, anzi regolamentato dalle leggi italiane, ma che in tempi di pandemia provoca lo stesso qualche perplessità. Così, ad esempio, Vitale P.:

"Alla faccia delle regole per contenere il diffondersi del Covid, alle urne ci vanno i peruviani . L'11 aprile al Lingotto circa 12.000 persone che costituiscono la comunità peruviana sono (stati) chiamati a eleggere il loro presidente della Repubblica, i 130 deputati del Congresso e i parlamentari della regione andina. A quanto pare dobbiamo solo noi italiani rispettare le regole e il distanziamento".

Concorda Annalisa C.: "Il distanziamento non c è ma nessuno dice nulla però... come mai?". Ma Alessandro M.: "Il comune avrebbe dovuto farli votare per corrispondenza come si fa oggi. (...) State facendo un'inutile polemica. Peggio sono gli assembramenti dei tifosi fuori gli stadi, le manifestazioni di protesta ecc... Guardiamo in casa nostra!".  Fanno comunque discutere questi assembramenti di migranti o cittadini esteri già residenti.

La protesta dei migranti

Di diverso tenore quanto accaduto davanti alla Questura (ufficio immigrazione) dove da sempre stazionano numerosi stranieri in attesa del permesso di soggiorno. Stavolta però l'assembramento è stato molto più numeroso perché gli immigrati si sono organizzati per una protesta. Contro le lungaggini burocratiche degli Uffici italiani, contro le attese per i documenti necessari, questa gente vorrebbe pratiche veloci e ottenere quanto chiedono in poco tempo. Così la lamentela ha assunto i contorni di una molto partecipata protesta, con ovvie conseguenze in tema di assembramenti e distanziamento. Non è piaciuta agli immigrati neppure la tanto discussa sanatoria del giugno 2020 voluta dall'allora ministra Teresa Bellanova: "La sanatoria - ha dichiarato un esponente del sindacato SiCobas - è una fregatura perché è servita solamente a prendere soldi dai lavoratori. I padroni ci chiedono di pagare le spese per la regolarizzazione". Molti passanti comunque hanno notato l'assembramento (anche qui con distanze rispettate a volte, ma a volte un po' meno) chiedendosi se quella situazione sia da considerarsi lecita dal punto di vista delle regole anti Covid.

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